Catania:  terremoto 4,8, crolli, danni e feriti

E’ piena notte. La notte dopo il giorno di Natale. Dopo aver trascorso la giornata in compagnia di parenti e fra tavole imbandite, la gente dorme al caldo e al sicuro fra le mura delle proprie case, ignara di quello che di lì a poco accadrà. Mentre Morfeo culla i loro sogni, Efesto nella sua fucina lavora incessantemente dal 24 dicembre e proprio nella notte tra il 25 e il 26 la terra trema. Sono le 03.19.

A Pennisi, frazione di Acireale, le lancette dell’orologio della chiesa si fermano alle 03.40, il campanile crolla e la statua di Sant’Emidio, venerato come protettore dai terremoti, giace inerte ai piedi della chiesa con la testa staccata dal busto e con lo sguardo rivolto verso l’alto come a continuare a perorare la richiesta dei propri fedeli di salvarli dal terremoto.

Da quando è iniziata l’eruzione dell’Etna, il 24 dicembre, si sono susseguite diverse scosse di terremoto, ma quella di questa mattina è stata la più violenta con magnitudo 4.8 secondo quanto registrato dai sismografi dell’Ingv, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Ma questa scossa è forte. La gente ha paura, si riversa in strada con bambini piccoli e anziani. La paura è tanta, soprattutto nei paesi vicino all’epicentro registrato tra Viagrande e Trecastagni, in provincia di Catania. I comuni più colpiti sono: Fleri¸frazione di Zafferana Etnea, Santa VEnerina dove sono caduti i calcinacci dalla facciata  della chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo a Bongiardo; Zafferana Etnea e nel territorio dell’Acese dove a Pennisi (frazione di Acireale) sono crollati il campanile e la statua di Sant’Emidio, ritenuto protettore dai terremoti. Dieci i feriti lievi ricoverati in ospedale e una donna in più gravi condizioni.

Per precauzione anche un tratto dell’autostrada A18 Catania-Messina, tra Acireale e Giarre è stato chiuso al traffico per lesioni sospette sull’asfalto createsi a seguito della scossa. Per quanto riguarda il traffico aereo, invece, la circolazione è ripresa regolarmente e in città non risultano danni al momento.

Anche Facebook ha attivato sulle sue pagine il safety check. Si tratta di un servizio che consente agli utenti in pericolo di segnalare il proprio stato o segnalare che, invece, fortunatamente va tutto bene. È un modo per avere la situazione sotto controllo e per rassicurare parenti ed amici sul proprio stato di salute.

La macchina organizzativa ovviamente si è già messa in moto e nel corso delle due riunioni del centro coordinamento soccorsi convocato dal prefetto di Catania, Claudio Sammartino, è stato tracciato un primo bilancio provvisorio dei danni, dei crolli di muri e case e dei danni ad abitazioni e chiese, soprattutto a Fleri. Il prefetto ha disposto l’apertura di scuole e palestre comunali per accogliere quanti non possono o non vogliono rientrare nelle proprie case. Attiva la Croce rossa per l’assistenza e la protezione civile sta sorvolando in elicottero i comuni colpiti dal sisma.

Intanto nella notte mentre l’Etna continuava la sua fase eruttiva, si è svegliato anche lo Stromboli, nell’omonima isola delle Eolie. Il vulcano, in mezzo al mare, ha ripreso a sbuffare lapilli. “L’Etna rimane sempre un vulcano pericoloso e questo nostro paese purtroppo è molto fragile – dichiara il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Vito Crimi – ma sarà garantita la massima assistenza e immediata sistemazione a chi ha visto crollare la propria casa, per tutti gli altri saranno allestiti luoghi sicuri di ritrovo”.

Secondo l’Ingv il sisma ha avuto ipocentro a solo 1 Km di profondità.

E sui social corre veloce la voce di chi è stato svegliato dal terremoto, chi ha visto crollare o lesionare gravemente le proprie case o semplicemente di chi, pur più lontano dall’epicentro, ha avvertito la forte scossa provando non poca paura.

Il terremoto è stato avvertito anche a Taormina, in provincia di Siracusa e nel ragusano. Nelle ultime ore l’Etna ha fatto registrare un’ulteriore impennata dei valori dei tremori dei suoi condotti magmatici interni, segnale della presenza di grande “energia” e di magma in movimento che spinge sulle pareti dell’edificio vulcanico. Dalla mezzanotte sono state almeno sette le scosse di terremoto (considerando solo quelle di magnitudo uguale o superiore a 2) registrate sull’Etna, tra cui una di magnitudo 3.3 all’1.09 con epicentro 4 chilometri a nord di Aci Sant’Antonio.

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