Messina: i carabinieri del comando Culqualber ricordano le vittime di Nassiriya

Quindici anni fa si consumava la strage di Nassiriya, una delle pagine più tristi della recente storia italiana. Era il 12 novembre del 2003 quando alle 10.40 nella città a sud dell’Iraq un camion bomba esplose dentro il recinto della caserma Maestrale, una delle bai del contingente italiano MSU a cui era demandato il controllo di quella zona del paese.

A bordo del veicolo si trovavano due terroristi, un autista e un uomo armato che si era sporto verso l’esterno cominciando a sparare contro il posto di guardia all’ingresso della base.

Il camion proseguiì sfondando la barra di metallo all’ingresso per poi bloccarsi pochi metri dopo scontrandosi contro le strutture di protezione che delimitavano il parcheggio della base, esplodendo. Nell’esplosione crollò gran parte dell’edificio principale, molti mezzi militari presero fuoco e andò in fiamme anche il deposito delle munizioni.

Nello scoppio morirono 28  tra carabinieri, soldati dell’esercito italiano, civili italiani e anche nove civili iracheni. Una ventina di italiani, tra militari e civili, rimasero feriti.

Per ricordare i Carabinieri che hanno donato la loro vita nella strage di Nassiriya ed in particolare coloro che erano originari della Sicilia, il Gen. C.A. Luigi Robusto, Comandante  Interregionale Carabinieri “Culqualber”, questa mattina ha commemorato i caduti di Nassyria, in una toccante messa di suffragio – nel cortile interno della Caserma “Bonsignore” – a cui hanno preso parte il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi; il sindaco metropolitano, Cateno De Luca; il comandante della legione carabinieri Sicilia, generale Giovanni Cataldo; il comandante della legione carabinieri Calabria, generale Vincenzo Paticchio e le massime autorità civili e militari della città.

La cerimonia è stata officiata dal cappellano militare della legione carabinieri Sicilia, don Rosario Scibilia, dal cappellano militare dell’esercito, don Paolo Solidoro, dal cappellano della polizia di Stato don Giovanni Ferrari e dal lettore in ambito militare, maresciallo Daniele Gatto ed è stata celebrata, per la prima volta, su un altare realizzato da un’idea del generale Robusto per onorare i carabinieri caduti a Nassiriya, originari delle rispettive province di Sicilia.

Il monumento è stato realizzato artigianalmente dagli alunni dell’istituto artistico Ernesto Basile di Messina. Proprio sul cippo commemorativo il generale Robusto si è soffermato in una sua breve ma commovente allocuzione per spiegarne il significato: un piano d’altare in pietra siciliana lavorata a mano che poggia su quattro gambi di rose, in acciaio, sorretti alla base da 4 pietre, provenienti dalle terre di origine di ogni caduto siciliano che circondano una roccia rossa giunta direttamente da Nassiriya.

Le quattro pietre italiche abbracciano la pietra irachena e “rappresentano simbolicamente le gocce di sangue, che sgorgate dal sacrificio di questi uomini, hanno fatto fiorire una rosa”. Dalle quattr pietre affiorano 5 rose in ferro battuto, sovrastate da un ripiano in pietra tipica siciliana, in ricordo di ciascuno dei caduti siciliani.

Tra i caduti a Nassiriya sei i siciliani: Domenico Intravaia, 46 anni di Monreale, appuntato dei carabinieri in servizio al comando provinciale di Palermo; Orazio Majorana, 29 anni di Catania, carabiniere scelto in servizio nel battaglione Laives in provincia di Bolzano; Giuseppe Colletta, 38 anni originario di Avola, nel siracusano, ma da tempo residente in Campania, vicebrigadiere in servizio al comando provinciale di Castello di Cisterna (Napoli); Giovanni Cavallaro, 47 anni, messinese residente a Nizza Monferrato, maresciallo in servizio al comando provinciale di Asti; Alfio Ragazzi, 39 anni, maresciallo dei carabinieri in servizio al Ris di Messina; Ivan Ghitti, 30 anni, milanese, originario di San Fratello, nel messinese, di stanza al tredicesimo reggimento Gorizia; Daniele Ghione, 30 anni di Finale Ligure (Savona), maresciallo dei carabinieri in servizio a Gorizia; Enzo Fregosi, 56 anni, ex comandante dei Nas di Livorno; Alfonso Trincone, 44 anni, originario di Pozzuoli (Napoli), sottufficiale in forze al NOE; Massimiliano Bruno, 40 anni, maresciallo di origine bolognesi, biologo in forza al Racis di Roma; Andrea Filippa, 33 anni, torinese, carabinieri di 19 anni in servizio a Gorizia al tredicesimo battaglione; Filippo Merlino, 40 anni, originario di Sant’Arcangelo in provincia di Potenza, sposato, comandante della stazione dei carabinieri di Viadana nel mantovano; Massimo Ficuciello 35 anni, tenente dell’esercito; Silvio Olla, 32 anni dell’isola di Antioco (Cagliari), maresciallo in servizio al 151° reggimento della brigata Sassari, Emanuele Ferraro, 28 anni di Carlentini, nel siracusano, caporale maggiore scelto in servizio permanente di stanza nel sesto reggimento trasporti di Budrio a Bologna; Alessandro Carrisi, 23 anni di Trepuzzi (Lecce), caporale, volontario in ferma breve, anche lui in servizio nel sesto reggimento trasporti di Budrio; Pietro Petrucci, 22 anni di Casavatore (Napoli), caporale dell’esercito; Stefano Rolla, 65 anni, giornalista; Marco Beci, 43 anni, cooperante internazionale.

A conclusione dell’evento il generale Robusto, dopo aver consegnato un frammento di pietra irachena di Nassyria al vice comandante della Brigata Aosta, colonnello Gino Lisciandro, quale segno simbolico in ricordo del caporale maggiore dell’esercito italiano (Emanuele Ferraro), originario di Carlentini, ha voluto poi ringraziare i familiari delle vittime intervenute, ricordando come l’arma si sia sempre stretta attorno ai loro familiari, nonchè evidenziare l’impegno dei giovani dell’istituto artistico “Basile” unitamente all’entusiasmo posto da tutti i carabinieri in servizio della caserma “Bonsignore” che hanno partecipato a questo progetto.

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