Santa Teresa di Riva (Me): ordigno davanti al negozio di un commerciante “concorrente”, due arresti

Il mandante e l’esecutore materiale dell’esplosione dello scorso 5 febbraio ai danni di un negozio a Santa Teresa di Riva, nel messinese, sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri di Taormina.

I due avrebbero posizionato l’ordigno esplosivo di fronte all’esercizio commerciale di un “concorrente”. Gli arrestati dovranno rispondere di devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo.

Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine avviata lo scorso febbraio. Le manette sono scattate ai polsi di due cugini siracusani di 43 anni e 28 anni, rispettivamente mandante ed esecutore materiale del delitto il secondo.

I due la sera del 5 febbraio intorno alle 22.30 avevano fatto esplodere un ordigno rudimentale posto a ridosso della vetrina di un negozio di un noto marchio di calzature/abbigliamento per bambini, in pieno centro a Santa Teresa di Riva.

L’attività investigativa ha permesso di delineare il movente del delitto scaturito dal profondo rancore nutrito dal mandante nei confronti del proprietario del negozio.

Le indagini, grazie alla visione delle immagini del sistema di videosorveglianza di un’attività commerciale adiacente al negozio, hanno permesso di risalire ai due uomini che, a bordo di una Nissan Micra di colore bianco, avevano piazzato l’ordigno esplosivo.

L’individuo che viaggiava sul lato passeggero, con il volto travisato, ha preso il contenuto di una busta ed è corso verso il negozio posizionando l’ordigno nei pressi della vetrina, innescando la miccia. Poi è tornato di corsa verso l’auto dove il complice che lo attendeva è partito immediatamente in direzione Catania. L’esplosione, accompagnata da un assordante boato, oltre a disintegrare la vetrina dell’esercizio commerciale, ha danneggiato alcune auto parcheggiate lì vicine nonché numerose altre vetrine poste lungo il viale Regina Margherita di Santa Teresa di Riva, interessando le facciate dei palazzi circostanti che riportavano delle evidenti lesioni.

L’auto, dalle immagini, è emerso che era priva del passaruota anteriore sinistro e lo stop posteriore collocato sul portellone non era funzionante. I militari hanno visionato numerosi sistemi di videosorveglianza installati negli esercizi commerciali e lungo le arterie che collegano Santa Teresa di Riva con Furci Siculo fino al casello autostradale di Roccalumera e sono riusciti ad individuare la Nissan Micra utilizzata dai malfattori estrapolandone la targa. Dagli approfondimenti investigativi è emerso che l’auto era munita di sistema Gps collegato al contratto assicurativo e sono stati acquisiti i dati di posizionamento dell’auto registrati dal sistema di localizzazione.

L’incrocio dei dati dei tabulati telefonici dell’utenza, con quelli registrati dal sistema Gps installato sulla nissan Micra, confermavano la presenza dell’arrestato sul luogo del reato. In particolare, il traffico telefonico del telefono in uso all’indagato ha confermato il suo spostamento dalla provincia di Siracusa verso la fascia ionica della provincia.

Il Gps ha rilevato la Nissan Micra intorno alle 22.00 proprio a Roccalumera dove era stata immortalata dalle telecamere del casello autostradale in orario compatibile con gli spostamenti dell’utenza telefonica. L’analisi dei dati ha consentito di ricostruire che, durante il viaggio di andata verso Santa Teresa di riva, la Micra avesse effettuato una sosta nel parcheggio di un centro commerciale dove era avvenuto probabilmente un incontro tra i due familiari.

Sono state anche le intercettazioni telefoniche ed ambientali a permettere di ricostruire il movente, evidenziando che il mandante del delitto, titolare di negozi dello stesso marchio in provincia di Catania e Siracusa, covasse del rancore nei confronti del collega di Santa Teresa Di Riva che fungeva anche da capo area per la Sicilia e la Calabria, nonché dei vertici dell’azienda che gli aveva ridotto le forniture di merce a seguito delle sue insolvenze nei pagamenti delle precedenti forniture e temesse l’espansione commerciale dela vittima che, con l’apertura di nuovi punti vendita, si era posto in aperta concorrenza con lui, cercando di estrometterlo dal mercato. Gli arrestati sono stati e accompagnati in carcere.

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