Agira (En): cava di calcare, la risposta di Fassa Bortolo a SiciliAntica

Ci eravamo occupati qualche giorno fa del ricorso presentato da SiciliAntica contro l’apertura di una cava di calcare da parte della Fassa srl ad Agira. Oggi riceviamo un comunicato della società a responsabilità limitata che fa alcune precisazioni.

Prima di tutto, si legge nella nota, “il sito interessato dal progetto è inserito nella pianificazione regionale delle attività estratteiva fin dalla prima redazione dello stesso. Il fatto che l’area sia sottoposta a vincoli di natura ambientale e paesaggistica non esclude a priori la compatibilità con l’attività estrattiva, tant’è che sull’area è stata fatta dalla regione una previsione in tal senso inserendo il sito di Santa Nicolella nel PRAE sottoposto anche a Vas, la valutazione ambientale strategica”.

La Fassa, sottolinea la stessa Srl “ha ottenuto nel corso dell’iter autorizzativo i pareri favorevoli degli enti preposti a valutare la compatibilità del progetto con i vincoli di natura ambientale e paesaggistica esistenti; il progetto è poi stato sottoposto a procedura di Via, valutazione di impatto ambientale, ottenendo parere favorevole dall’assessorato ambiente e territorio della regione Sicilia nel marzo del 2017”.

Riguardo al passaggio degli automezz al giorno per il trasporto del materiale dalla cava all’impianto di produzione, rende noto la Fassa Srl che a massimo regime sarà di 35-40 viaggi in andata e ritorno. “Come indicato nella relazione generale allegata al progetto, la cava di Santa Nicolella è parte integrante di un piano industriale di ampio respiro che prevede un ciclo produttivo completo e verticalizzato: dalla materia prima prodotta in cava al prodotto finito prodotto in stabilimento, che verrà realizzato in un’area produttiva sempre nel comune di Agira.

I  posti di lavoro indicati tra mano d’opera diretta ed indiretta  (45 + 70) riguardano l’intero progetto, di questi 7 sono i posti di lavoro previsti per la cava. Quello che è necessario rimarcare è che l’attivazione della cava è condizione necessaria ed essenziale per la realizzione dell’intero piano industriale.

L’area interessata da reperti archeologici è esterna all’area di progetto e non è interessata dall’attività estrattiva, così come il complesso monastico che si trova a 1,5 km di distanza dalla cava

La maggior parte dell’area di progetto è stata interessata da pregresse attività estrattive. Il progetto prevede l’impiego di esplosivo in tale area secondo un dimensionamento che permette ampiamente il rispetto dei limiti indicati dalle normative internazionali anche in presenza di strutture assimilabili a quelle presenti sul Monte Scalpello.

L’immagine prodotta a lato dell’articolo di Siciliantica è fuorviante per chi legge, affermando che il contesto paesaggistico-morfologico di Monte Scalpello verrebbe compromesso, creando così una informazione non corretta, oltreché fortemente lesiva nei confronti dell’azienda.

La Fassa S.r.l. è un’azienda di caratura internazionale abituata a confrontarsi con i contesti normativi più vari e rigorosi; gestisce direttamente vari progetti estrattivi, per i quali utilizza tecniche di ingegneria naturalistica all’avanguardia per i recuperi ambientali delle proprie cave che vengono realizzati contestualmente all’attività produttiva stessa.

Per queste ragioni, spesso tali recuperi ambientali sono presi ad esempio dalla stampa tecnica specializzata, da enti e da associazioni di tutela del territorio. Nel progetto della cava di Santa Nicolella la Fassa S.r.l. ha messo tra i suoi obbiettivi la rinaturalizzazione e riqualificazione morfologica del sito, cosi come mostrato dalle fotosimulazioni allegate che mettono a confronto la situazione attuale con quella finale, ridando ai fronti di cava abbandonati una conformazione perfettamente integrata con quel contesto paesaggistico-morfologico del Monte Scalpello. Ricondurre tale scelta progettuale all’affermazione di Siciliantica che è previsto un abbassamento del profilo del monte di 100 m ricorrendo all’immagine pubblicata è fuorviante, diffamatorio, ma soprattutto errato, nonché offensivo per un’azienda che può vantarsi di operare con correttezza e serietà ovunque”.

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