Catania: fatture false e bancarotta fraudolenta, 2 imprenditori in manette

Cinque persone sono indagate per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili nonché di bancarotta fraudolenta aggravata. Oggi gli agenti della guardia di finanza di Catania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del Gip del locale tribunale.

Sono stati disposti due arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Con il provvedimento è stato disposto anche il sequestro preventivo per 2 milioni di euro, della R&R srl e T&C srl, due società commerciali attive nel settore del trasporto di merci su strada aventi sede a Catania.

I promotori del disegno criminosi finiti ai domiciliari sono Giuseppe Rapisarda e il figlio Vincenzo, rispettivamente 62 e 39 anni, rappresentante legale e amministratore di fatto della R&R srl.

L’indagine trae origine dagli esiti di cinque verifiche fiscali eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Catania nei confronti della ditta e di altre imprese che, complessivamente, avevano portato alla luce redditi non tassati per oltre sei milioni di euro, imposte non versate per un milione di euro e l’omessa applicazione dell’Iva per 3 milioni di euro.

In estrema sintesi, la società risultava aver utilizzato documenti contabili falsi, creati ad hoc per frodare il fisco, imprese concorrenti e creditori emessi da diverse società fittizie costituite ad hoc e gestite direttamente dalla famiglia Rapisarda.

Padre e figlio, infatti, erano a capo del gruppo societario, di fatto costituente un’unica realtà aziendale, creato per conseguire vantaggi illeciti su più fronti.

Muovendo da tali evidenze, l’investigazione delegata alle fiamme gialle ha consentito di ricostruire l’architettato circuito fraudolento, diretto ad evadere imposte, ritenute fiscali e contributive nonché ad eludere l’applicazione della normativa che disciplina i rapporti di lavoro dipendente, basato sulla simulata stipula di contratti di fornitura di servizi e di locazione di beni mobili e immobili.

I due finanzieri hanno posto l’attenzione su fatture inerenti la movimentazione di bancali, attività di trasporto e facchinaggio emesse a favore della R&R srl, da un’impresa che, di fatto, per eseguirle non aveva alcuna struttura organizzativa, né mezzi, né macchinari.

I documenti in questione sono serviti alla srl per accrescere in bilancio i crediti erariali. L’illecito modus operandi consisteva nello spostare gli adempimenti giuridici relativi a prestazioni di lavoro dipendente sulle altre aziende fantasma che, poi, non hanno versato i relativi contributi previdenziali e assistenziali; nell’utilizzare il reticolo di imprese cartiere controllate sia per sgravare fiscalmente costi che la società avrebbe dovuto sostenere quale reale datore di lavoro, sia per conseguire illeciti profitti per effetto della fittizia formazione di crediti Iva e dell’imputazione di costi commerciali mai sostenuti.

Nell’indagine sono stati disposti obblighi di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria per Carmelo Falco, 50 anni, rappresentante legale di tre imprese operanti nel settore del trasporto di merci su strada, la Effe tran sport srl fallita nel 2016, la Mf service srl, posta in liquidazione e cessata nel 2013, la Mf service & logistic srl posta in liquidazione e cessata nel 2014, coinvolte nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti che hanno consentito alla R&R di evadere imposte, dal 2013 al 2015, per un milione e seicento mila euro.

Per Falco, inquadrato come lavoratore dipendente del gruppo Rapisarda già dal 2004, ha sempre operato quale trasportatore ed è risultato privo di capacità tecniche necessarie ad amministrare una società di trasporti di rilevanti dimensioni, le investigazioni condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania hanno fatto emergere il suo ruolo di prestanome, appositamente stipendiato con mille euro mensili.

Una prova di tale consapevole ruolo è emerso dalle attività tecniche allorquando egli ha espresso alla consorte vivo rammarico per non aver preteso un maggiore compenso per l’illecito servizio reso ai due Rapisarda.

Inoltre, Falco e Vincenzo Rapisarda sono anche indagati per bancarotta fraudolenta aggravata in quanto ideatori ed esecutori del dissesto della Effe tran sport srl, fallita nel 2016 con un passivo accertato di circa un milione di euro.

Stessa misura cautelare di Falco anche per Riccardo Motta, 54 anni, rappresentante legale della R&R trasporti società cooperativa con sede in Catania via Luigi Sturzo, cognato di Rapisarda.

Altro indagato è Francesco Cocuzza, 58 anni, rappresentante legale della T&C srl, attiva nel trasporto di merci su strada, amministrta di fatto da Vincenzo Rapisarda, indagato per l’occultamento delle scritture fiscali di tale impresa relative all’anno d’imposta 2015, periodo per cui è emersa l’emissione di oltre 1 milione e 300 mila euro di fatture false che hanno fruttato alla R&R srl l’evasione di imposte per quasi3 00 mila euro.

La complessa indagine portata avanti dalle fiamme gialle etnee ha consentito di fare luce sull’organizzato complesso imprenditoriale gestito dai Rapisarda che, dal 2012 al 2016, ha agito in dispregio agli obblighi di legge frodando il fisco, gli enti assistenziali e quelli previdenziali, nonché arrecato danni economici alle imprese creditrici e a quelle concorrenti.

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