Milazzo (Me): operazione “Picasso”, sgominata associazione a delinquere

Agenti della polizia di Stato del commissariato messinese di Milazzo hanno sgominato un’associazione a delinquere con l’operazione denominata “Picasso”.

Insieme agli agenti del commissariato, unità cinofile ed equipaggi del reparto prevenzione crimine provenienti da Catania. Undici le persone finite in manette per commissione di reati contro il patrimonio commessi tra Milazzo, Spadafora, Torregrotta, Venetico, san pier Niceto e Pace del Mela.

Le indagini hanno preso il via da alcune denunce di furto in appartamento presentate al commissariato mamertino, per fatti connessin el periodo tra febbraio e luglio del 2017. Gli accertamenti immediati, anche attraverso l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza presenti sul territorio, hanno consentito di appurare che i malviventi avevano utilizzato due auto modello Xara Picasso della Citroen, da cui il nome dell’operazione.

Dopo otto mesi di indagini che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi dei tabulati e servizi di osservazione, appostamento e pedinamento, è emersa l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, attiva nella città del Capo e nei comuni dell’hinterland.

Le manette sono scattate ai polsi di: Francesco Ruvolo, milazzese di 62 anni, pregiudicato; Andrea Cuzzupè, milazzese di 42 anni, pregiudicatO, Sascha Luigi Calderone, messinese 33enne incensurato; Vincenzo Rodriguez, catanese 26enne, pregiudicato; Carmelo Sgrò, 24enne di Sant’Agata di Militello, pregiudicato, tutti in carcere. Obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Giuseppina Roberta Saia, 38 anni, di Messina, pregiudicata; Venera Lenzi, messinese di 27 anni, pregiudicata; Graziella Crudele, 49enne nata in Germania, pregiudicata; Maria Ruvolo, 28enne di Milazzo, pregiudicata; Maurizio Milio, 49enne di Milazzo ed Edmond Ndoj, 40enne nato in Albania, pregiudicato.

Sono oltre dieci i furti in appartamento ed in esercizi commerciali che gli uomini del Commissariato di Milazzo hanno ricostruito compiutamente sotto le direttive del Procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto dott. Emanuele Crescenti.

I malviventi agivano con un collaudato modus operandi, che partiva dalla condivisione informativa delle abitazioni e degli “obiettivi” da colpire, passando per i sopralluoghi, per poi giungere all’effettiva consumazione dei reati, posti in essere mediante il sapiente coordinamento dell’operato di più persone dislocate in luoghi diversi e con una specifica ripartizione dei ruoli.

In un caso, ad esempio, uno degli associati, “amico” del proprietario di una abitazione sita in pieno centro a Milazzo, aveva con un pretesto trattenuto fuori casa per tutto il pomeriggio l’ignara vittima, consentendo così agli altri sodali di agire indisturbati, razziando tutto quanto vi fosse all’interno.

E, in occasione di un furto perpetrato a Pace del Mela, gli indagati, approfittando dell’assenza dei proprietari di casa in quanto impegnati in un ricevimento di nozze (al quale partecipava anche un loro congiunto), hanno “ripulito” l’appartamento, portando via anche due autovetture, successivamente recuperate e restituite agli aventi diritto.

Una volta introdottisi nelle abitazioni, gli indagati asportavano di tutto: casseforti, denaro contante, gioielli, telefoni cellulari, tablet, consolle per videogiochi, televisori, robot da cucina, orologi (in un caso è stato portato via un Rolex del valore di circa 10.000 Euro), carnet di assegni, argenteria e servizi di posate.

Refurtiva, questa, che veniva in massima parte ricettata dagli stessi associati, i quali, talvolta, facevano ricorso anche all’ingegnoso stratagemma del c.d. “credito su pegno”, istituto per il quale il consumatore consegna alla banca o alla finanziaria un oggetto in cambio di denaro, con la possibilità di rientrarne in possesso restituendo il valore di stima dell’oggetto più gli interessi stabiliti ed eventuali spese.

Chiaramente, gli indagati depositavano i gioielli rubati, così da sottrarli ad eventuali perquisizioni delle FF.OO., ma nella loro disponibilità sono state rinvenute le quietanze di alcuni depositi effettuati e gli oggetti in oro, ancora custoditi in Banca, sono stati recuperati e sottoposti a sequestro.

E’ emersa dalle indagini, poi, una sorta di “associazione nell’associazione”. Numerosi sono stati gli episodi di furti di “gratta e vinci” perpetrati da Ruvolo con la moglie Graziella Crudele e la figlia Maria Ruvolo ai danni di un tabacchino di Milazzo, gestito da due anziane donne.

I malviventi, organizzatisi in un vero e proprio gruppo criminale su base familiare, approfittando biecamente dell’età avanzata delle titolari, definite in una conversazione in auto captata dagli investigatori “vecchiacce”, razziavano numerosi tagliandi, senza che le vittime se ne accorgessero.

Nel corso dell’attività sono stati sequestrati più di 2 Kg di marijuana e cocaina e sono stati rinvenuti gioielli ed altri oggetti provento di furto. Due degli indagati di oggi erano stati già arrestati insieme ad una terza persona, a riscontro della attività in corso, per detenzione ai fini di spaccio di droga.

I soggetti destinatari di misura di custodia, dopo l’espletamento delle formalità di rito, sono stati rinchiusi nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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