Catania: omicidio Salici, arrestato Rosario Pitarà

Per l’omicidio di  Salici agenti della polizia di Stato hanno arrestato Rosario Pitarà, 54 anni, inteso “Saretto ‘u furasteri”, pregiudicato, in atto sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio, con l’aggravante di aver agito per futili motivi e abietti per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata Cursoti milanesi e con premeditazione.

L’arresto arriva a riscontro delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Concetto Bonaccorsi che hanno consentito di acquisire gravi elementi probatori a carico di Rosario Pitarà in ordine all’omicidio di Gaetano Salici, raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco la sera del 2 agost odel 1987.

Era il 2 agosto del 1987 quando nel rione di Nesima superiore, Gaetano Salici veniva attinto da colpi d’arma da fuoco e, immediatamente soccorso, moriva durante il trasporto in ospedale. I testimoni oculari hanno riferito che vi era stato un inseguimento, ad opera del killer, che aveva avuto inizio in via La Marmora e era terminato davanti ad una bancarella in via Lazio, dove Salici era stato attinto da diversi colpi d’arma da fuoco.

Lo stesso 2 agosto, pochi minuti dopo la consumazione del delitto, l’equipaggio di una volante sorprendeva il predetto Guglielmino Giovambattista (cl.1962) in via Barsanti, luogo non lontano da quello dell’omicidio, mentre appiccava il fuoco ad un’autovettura Fiat Uno.

Sulla base degli elementi raccolti Guglielmino Giovambattista veniva posto in stato di fermo perché gravemente indiziato di concorso nell’omicidio del Salici e veniva condannato, per tale fatto, dalla Corte di Assise di Appello di Catania, alla pena di anni 16 e mesi 6 di reclusione.

Non era stato possibile, invece, risalire all’autore materiale dell’omicidio. Oggi si è risolto il buco nero grazie alle dichiarazioni di Concetto Bonaccorsi, corroborate da quelle di Roberto Testa, testimone oculare del delitto, occasionalmente presente ai fatti.

Secondo gli inquirenti, il movente dell’omicidio sarebbe da far risalire al fatto che, secondo quanto riferiscono i collaboratori, in erano in corso da parte di affiliati al clan Santapaola tentativi di uccidere Pitarà in quanto considerato killer spietato e scomodo per gli avversari. Il fratello del Salici, avendo appreso che alcune persone si erano recate dal fratello Gaetano per chiedergli informazioni su dove si trovasse “Saretto ‘u furasteri” aveva riportato la notizia a Piaterà che si era convinto che Salici avesse fornito supporto per l’agguato.

In effetti, in data 30 luglio 1987, alle ore 18,00 circa, in via San Leone angolo via Dell’Adamello, vi era stata una sparatoria e dalle notizie confidenziali era emerso che Pitarà era stato oggetto di un attentato, al quale era riuscito a scampare.

Pitarà, esponente storico della famiglia mafiosa dei Cursoti milanesi, con ruolo di vertice nell’ambito della medesima organizzazione, era stato scarcerato il 18 agosto del 2017, dopo un lungo periodo di detenzione. Per Piitarà si sono aperti i cancelli del carcere di Catania Bicocca.

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