Catania: Pala San Teodoro, “avviare un progetto per recuperare l’impianto”

Riceviamo e pubblichiamo

Comune di Catania, associazioni sportive, municipalità, parrocchie e chiunque altro abbia a cuore le sorti del Pala San Teodoro a Librino, popoloso quartiere di Catania.

Per recuperare uno dei più grandi impianti sportivi della città serve la collaborazioni di tutti. Quello che stanno compiendo “I Briganti”, all’interno di uno dei luoghi che per troppo tempo è stato in mano ai vandali e alla microcriminalità, è assolutamente encomiabile con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

A questo bisogna aggiungere l’iniziativa dei giovani architetti ed i lavori prossimi voluti fortemente dal Sindaco Bianco, attraverso il Patto per Catania, per il campo di rugby. La questione di fondo, però, resta quello di occuparsi dell’intero impianto.

Per queste ragioni Ersilia Saverino, vice presidente della commissione al Patrimonio, chiede al Primo Cittadino di Catania di attivarsi per creare una cabina di regia che veda anche la presenza di imprenditori che sul Pala San Teodoro vogliano scommetterci.

In cambio di agevolazioni fiscali o esenzioni, anche le società sportive potrebbero adottare il campo in erba sintetica, le palestre, il bocciometro, gli spogliatoi e vari campetti di calcio. Fare il possibile per la struttura affinchè ritorni ai fasti dei primi anni ’90. Un primo tentativo era stato fatto nel 2009 senza grandi risultati. Oggi il piano di lavoro da sviluppare deve prevedere anche il recupero dei vicini botteghini oggi letteralmente circondati da una enorme discarica abusiva. Il centro direzionale polivalente “San Teodoro”, che fa riferimento al “Piano Particolareggiato per la ricreazione e lo sport” a Librino, viene alla luce oltre vent’anni fa per ospitare le universiadi del ’97.

Quest’area di 60 ettari, costata alle casse comunali oltre 6 milioni di euro, rappresenta una enorme risorsa per Catania ma solo con la collaborazione dell’intero tessuto sano cittadino si può mettere fine ad anni di degrado ed abbandono cominciando a vigilare sull’intera area e facendo in modo che episodi come quello dello scorso gennaio non si ripetano più

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