Trapani: caporalato, 2 imprenditori denunciati

Due imprenditori del trapanese sono stati denunciati per sfruttamento di manodopera straniera. È successo a Castelvetrano e Mazara del Vallo dove gil agenti della finanza hanno elevato sanzioni per oltre 60 mila euro.

I finanzieri hanno scoperto 34 lavoratori in nero, impiegati in totale violazione dei contratti collettivi nazionali. I due imprenditori sono stati denunciati per aver sottoposto i braccianti agricoli stranieri, in apparenza regolarmente assunti, a condizioni di grave sfruttamento.

I due braccianti agricoli pagavano salari irrisori a 15 braccianti stranieri. I lavoratori, anche se regolarmente assunti, venivano pagati 4 euro a cassetta, contenitore che i più prestanti riuscivano a riempire in circa 40 minuti.

Un pagamento “a cottimo” fissato dal datore di lavoro per massimizzare la raccolta. Per raggiungere la paga massima stabilita, il bracciante agricolo era costretto a saltare la pausa pranzo e mantenere turni di lavoro estenuanti. Solo così riusciva a raccogliere fino alle 13 cassette di prodotti agricoli.

A Castelvetrano, invece, l’imprenditore aveva costituito una società ad hoc con cui reclutava più di 40 lavoratori agricoli, per lo più stranieri, per poi sub affittarli ad aziende terze. L’unico fine era guadagnare un euro su ogni Kg di olive raccolte dai braccianti.

Anche se celato da un’apparente regolarità formale, i finanzieri sono riusciti a ricostruire l’insidioso schema fraudolento basato su due distinti casi d idistacco illecito di manodopera, in violazione della legge Biagi.

Le aziende agricole coinvolte nel raggiro sono tre e sono state elevate sanzioni complessive per 40 mila euro.

I descritti risultati operativi testimoniano la consistente presenza ispettiva della guardia di finanza nel contrasto al lavoro sommerso e allo sfruttamento della manodopera, con il duplice scopo di tutelare i molti imprenditori che operano nella legalità e contrastare con decisinoe coloro che, invece, traggono indebiti vantaggi economici e competitivi dalla commissione di gravi illeciti a discapito dei lavoratori.

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