Catania: controllati bar in viale Kennedy

Agenti della polizia di Stato di Catania, commissariato borgo Ognina, hanno controllato, insieme al corpo forestale NOR e alla polizia locale, quattro esercizi pubblici, ristoranti/bar in viale Kennedy.

I controlli hanno consentito di accertare numerose criticità e illegalità. Il titolare del primo locale è stato indagato per frode in commercio. nel suo locale c’erano 40 kg di alimenti surgelati non contrassegnati come tali nel menu esposto al pubblico.

Inoltre, senza autorizzazione, lo stesso aveva occupato con oltre 50 sedie, tavoli, una baracca in legno, sdraio e altro ancora, una vasta area di 450 metri quadrati e per questo è stato indagato con l’accusa di invasione di terreni pubblici.

Sono state contestate anche violazioni legate alla sicurezza e salubrità sui luoghi di lavoro, nonché l’irregolarità di un lavoratore dipendente.

Nel corso del secondo controllo, invece, u chiosco bar gastronomia aveva occupato illegalmente il marciapiede prospiciente l’attività in argomento con sedie e tavoli e nel congelatore sono stati trovati carne e pesce congelati e non indicati come tali nel menu, oltre ad essere privi di tracciabilità.

Durante il controllo è stato accertato il reato di occupazione di lavoratore minore di 15 anni addetto allo smaltimento dei rifiuti, conferiti al di fuori delle fasce orarie consentite.

Per questo motivo è stato sanzionato il titolare. Quest’ultimo, inoltre, non ha esibito l’autorizzazione per gli scarichi delle acque reflue. Per questo, oltre ad essere stato indagato per il reato ambientale di gestione illegale degli scarichi sul suolo, sono stati sequestrati i bagni e gli scarichi.

All’uomo, inoltre, è stato contestato il reato di costruzione senza concessione edilizia, aggravata dalla natura del sito poiché sul demanio pubblico. L’uomo aveva realizzato un ampliamento con struttura inamovibile. È stata accertata, infine, la presenza di lavoratori in nero per il totale dei lavoratori presenti.

Il terzo locale ad essere stato controllato è un ristorante ce aveva occupato abusivamente 185 metri quadrati di suolo pubblico. Il locale aveva esercitato l’attività commerciale riversando le acque sporche, contenenti anche oli, in un tombino sulla pubblica via e fronte mare, avvalendosi di un tubo collegato alla sua attività illegale.

Per questo motivo, oltre alla contestazione del reato di scarico nel sottosuolo di acque sporche con relativo danno ambientale, si è proceduto al sequestro degli scarichi illegali e delle altre attrezzature utilizzate per compiere il reato.

Inoltre, allo stesso è stata contestata l’occupazione di suolo pubblico senza autorizzazione. Anche il titolare del quarto locale è stato indagato per frode in commercio. Nel corso dei controlli sono state elevate sanzioni amministrative per svariate migliaia di euro. Un ingente quantitativo di alimenti è stato donato ad un ente di beneficenza e sono stati ripristinati i luoghi, restituendo agli utenti i quasi 800 metri quadrati di spazio pubblico sottratto, spesso anche con ostacoli alla pubblica circolazione.

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