Capo d’Orlando (Me): proposte per contrastare gli incendi boschivi

In queste ultime settimane il territorio di Capo d’Orlando, così come quello dei Nebrodi, nel messinese, è stato devastato da migliaia di incendi dolosi. Per questo un gruppo di cittadini e professionisti ha deciso di stilare un elenco di proposte per contrastare gli incendi. Un elenco che è stato inviato al sindaco di Capo d’Orlando, Franco Ingrillì.

La prima fase sarebbe quella di organizzare un convegno in autunno per invitare le amministrazioni del comprensorio dei Nebrodi a cui dovrebbero partecipare forze dell’ordine, vigili del fuoco e forestale, nonché protezione civile, istituzioni ecclesiastiche, parco dei Nebrodi, associazioni, guide naturalistiche e scout. E ancora proprietari di aziende agricoli, ordini professionali fra agronomi, biologi, ingegneri e architetti e tutti coloro che negli anni passati hanno subìto danni a causa di incendi.

“Gli argomenti da trattare certo non mancano – scrive il gruppo al sindaco orlandino – Ne citiamo alcuni: legislazione sul tema degli incendi boschivi, incendi ed effetti su suolo, vegetazione e fauna, cause naturali, colpose e dolose, attività di prevenzione e monitoraggio, interventi di recupero, istituzione fondo segnalazioni”.

Inoltre, i solerti cittadini ritengono che si possa fare qualcosa per l’emergenza incendi anche a breve termine. In particolare “risollecitare la pulizia dei terreni incolti, levando multe a coloro che non provvedono alla pulizia del fondo, dandone ampia pubblicità anche attraverso i media locali”.

Inoltre, nelle zone da bollino rosso si potrebbe  “organizzare e promuovere sorveglianza del territorio, anche via mare, con postazioni di piccole imbarcazioni e binoclo, per avvistamento innesco incendi e rapida segnalazione”.

Si potrebbe, inoltre, valutare la possibilità di organizzare sorveglianza programmata del territorio soprattutto nelle giornate da bollino rosso, dandone anche in questo caso amplissima divulgazione con i media locali. E, ancora, “valutare la possibilità di adottare la tecnica del “fuoco prescritto” in alcune zone più a rischio”.

Per prevenire gli incendi si potrebbero predisporre servizi di sorveglianza e videosorveglianza, in particolare nelle zone a rischio che ogni anno vengono prese di mira dai piromani; verificare il funzionamento dei punti di prelievo d’acqua ed eseguire la manutenzione. “Ci risulta – ricorda la lettera – che l’anno scorso, in occasione dell’incendio che ha interessato la zona di Certari/Catutè alcuni punti di prelievo dell’acqua erano fuori servizio e quelli disponibili erano sottodimensionati rispetto alle esigenze: ciò ha causato tempi lunghi nelle operazioni di riempimento delle autobotti”.

Secondo il gruppo di cittadini e professionisti, bisognerebbe più urgentemente organizzare esercitazioni e simulazioni preventive, eseguire verifiche e aggiornamento dell’archiviazione dei dati su eventi, valutazione di implementazione di strisce parafuoco sul territorio, associazionismo e coordinazione di gruppi di volontari e tentare di individuare la zona esatta in cui si sono sviluppati gli incendi.

“Visto che spesso si lamenta la scarsezza di disponibilità di risorse, anche se poi si trovano per compensare i danni provocati dagli incendi, – si legge – ci preme segnalare che per le azioni di vigilanza non occorre probabilmente un controllo costante e giornaliero poiché le giornate a rischio incendi sono spesso ampiamente preventivate ed è pertanto in questi giorni che occorre centrare ogni sforzo. Infine suggeriamo di esaminare alcune indicazione sulla attività rischio incendi che si possono facilmente trovare sul sito della protezione civile al link: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/attivita_incendi.wp esplorando le tre sezioni di: previsione, prevenzione, lotta attiva”.

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