Giarre (Ct): gestione illegale di minori stranieri non accompagnati, 3 arresti

Tre persone sono state arrestate oggi dai carabinieri della compagnia catanese di piazza Dante nell’ambito dell’operazione “Camaleonte”. Il gruppo è accusato di aver gestito illegalmente i minori stranieri non accompagnati a Catania.

Le ordinanze cautelari disposte dal gip di Catania, hanno raggiunto Giovanni Pellizzeri, 56enne di Mascali; Mario Pellizzeri, 29enne di Giarre e Isabella Vitale, 48enne di Catania.

Per i due uomini sono stati disposti i domiciliari. Giovanni Pellizzeri dovrà rispondere di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti, mentre Mario Pellizzeri per corruzione e maltrattamenti. La donna indagata, invece, non può vivere in provincia di Catania ed è accusata di maltrattamenti.

I reati sarebbero stati commessi nell’ambito della gestione dei minori stranieri non accompagnati. Tutti giunti in Sicilia a seguito degli sbarchi.

Gli stessi minori venivano affidati, sulla base di accordi corruttivi con un dipendente del comune di Catania ora in quiescenza, alle comnunità gestite dagli indagati. Erano strutture fatiscenti e prive delle necessarie autorizzazioni.

Le indagini erano state avviate alla fine del 2013 a seguito di alcuni fatti di violenza. Gli inquirenti avevano effettuato degli accertamenti sulle comunità di accoglienza per minori gestite dalla cooperativa Esperanza. Nelle stesse comnunitàà era stata la onlus Save the children a segnalare negligenze nella gestione dei minori.

Ai Pellizzeri, padre e figlio, e alla Vitale veniva ricondotta la complessa gestione di sei centri di accoglienza attraverso due diverse cooperative.

In alcune conversazioni, Pellizzeri e Vitale definivano i migranti ospiti come “zingari” e “Porci”. Quando dovevano acquistare alcuni farmaci commentavano: “i faraci generici sì! Ma no questi qua! Assolutamente no! Per me può buttare sangue”… Nel corso delle indagini, inoltre, sono state accertate gravissime carenze sanitarie e strutturali.

Dalle indagini è emerso come un dipendente del comune di Catania (non raggiunto da misura, perché nel frattempo posto in quiescenza), dietro pagamento di denaro inviava con regolarit i minori presso le cooperative del Pellizzeri e curava la regolarità dei pagamenti in suo favore. Inoltre, il dipendente comunale per evitare la chiusura delle comunità, pur consapevole della mancanza di autorizzazioni e della presenza di condizioni di accoglienza insostenibili, riusciva a fargli ottenere pareri positivi per l’autorizzazione. Per quest’ultimo caso è stata chiesta anche una misura interdittiva nei confronti di un dipendente dell’ufficio tecnico del comune di Sant’Alfio.

Nell’indagine sono indagate complessivamente 10 persone.

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