Castell’Umberto (Me): Mancuso, “non si alimenti il business dei migranti”

Il senatore di alternativa popolare, Bruno Mancuso, dopo le recenti questioni circa l’accogienza degli immigrati che hanno visto al centro delle cronache nazionali la comunità dei Nebrodi, e in particolare il comune di Castell’Umberto (Messina), manifesta la sua forte presa di posizione a sostegno dei sindaci.

I sindaci non possono essere esclusi dai processi decisionali sull’accoglienza dei migranti – sottolinea Mancuso – poiché rappresentano i territori e le comunità che ne fanno parte, ne conoscono limiti e debolezze, sono interpreti e catalizzatori degli umori e delle volontà della gente.

Lo Stato con i suoi rappresentanti ha dunque il preciso dovere di coinvolgere i sindaci e le amministrazioni locali, che possono contribuire a fronteggiare l’emergenza attraverso idonee strutture, e le realtà associative e di volontariato presenti nei Comuni. Si ha la sensazione piuttosto – prosegue Mancuso –  che i Prefetti vogliano affrontare l’emergenza con provvedimenti autoritari e sbrigativi, spinti dall’urgenza di risolvere velocemente questioni delicatissime sul piano umanitario e forti di accordi precostituiti in sede governativa con altri livelli organizzativi, come l’ANCI, che rappresenta i comuni nei tavoli istituzionali che esulano dalle decisioni sull’accoglienza e la logistica che afferiscono, invece, ad un livello di rappresentanza prettamente locale.

Si alimenta inoltre – continua il Senatore – l’appetito dei titolari di strutture private che, annusando il business dei migranti, mettono a disposizione strutture di ogni tipo, sottraendo ai Sindaci le valutazioni sotto il profilo dell’idoneità strutturale, urbanistica e socio-ambientale.

Ci rendiamo conto della delicatezza della questione e sarebbe opportuno usare la dovuta prudenza nel giudicare l’operato dei sindaci nebroidei che si sono riuniti in coordinamento non per negare accoglienza ma per essere affiancati dal Prefetto di Messina per un’organizzazione migliore di modi, tempi, numeri, sedi e di quanto necessario per rendere sostenibile dalle comunità locali l’ospitalità che sono chiamati a prestare”.

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