Palermo: revoca condanna Contrada

La corte di cassazione ha revocato la condanna a 10 anni per l’ex numero 2 del Sisde, Bruno Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa.

I giudici romani hanno accolto così il ricorso di Contrada, Stefano Giordano. Il legale aveva impugnato il provvedimento con cui la corte d’appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione.

La Cassazione ha così dichiarato “inseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna”. Contrada, per anni poliziotto in prima linea contro la mafia a Palermo, venne arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa il 24 dicembre del 1992.

In primo grado venne condannato a 10 anni di reclusione. La sentenza fu poi ribaltata in appello. Poi in Cassazione l’assoluzione venne annullata conrinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che il 25 febbraio del 2006 confermò la condanna a 10 anni. La sentenza divenne definitiva nel 2007. Sono seguiti poi diversi ricorsi, tutti respinti. L’ultimo tentativo lo scorso anno, proprio alla luce della sentenza europea, di revocare la condanna sostenendo che prima del 1994, spartiacque temporale fissato dalla Cedu, non fosse possibile condannare per il reato di concorso in associazione mafiosa.

La corte aveva dichiarato inammissibile il ricorso. Oggi la Cassazione, a cui Giordano si è rivolto, gli ha dato ragione e la condanna è stata revocata. Contrada ha già scontato la pena, quindi gli effetti della pronuncia si ripercuoteranno, ad esempio, sull’aspetto pensionistico.

Dopo 25 anni di sofferenza, mezzo secolo di dolore sapendo di essere innocente e di avere servito con onore lo Stato, le istituzioni e la patria, arriva finalmente l’assoluzione, dall’Italia e dall’Europa”. Così il commento a caldo di Bruno Contrada all’Ansa.

 

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