Siracusa: maxi crisi aziendali per cassa integrazione illecita, evasione da 18,4 milioni

E’ stata denominata “Take away”l’operazione condotta dalla guardia di finanza di Siracusa a Lentini e Carlentini. Sono stati scoperti 62 lavoratori in nero e  un’evasione fiscale di oltre 18,4 milioni di euro.

Diverse aziende dichiaravano fallimento per far percepire illecitamente la cassa integrazione in deroga. Le indagini sono state avviate nel 2014 attraverso una verifica fiscale proseguita con mirate indagini di polizia giudiziarie, concluse nel giugno del corrente anno.

Le indagini hanno svelato un’ingente truffa ai danni dello Stato. L’attività di servizio è stata posta in essere dalla compagnia di Augusta e sono proseguite poi alla tenenza di Lentini. Quattro società operanti nel settore della produzione di calzature, ha posto in essere una sofisticata ed articolata truffa ai danni dell’Inps e dell’erario.

In questo contesto sono stati trovati anche 62 lavoratori in nero. Dopo le prime indagini e l’instaurazione di un procedimento penale alla procura di Siracusa, coordinato dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano, è stato appurato che le ditte, tra il 2009 e il 2011, hanno palesato agli enti interessati una falsa crisi aziendale e di settore tale da poter garantire la fruizione dei benefici della cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti.

La prestazione economica è stata erogata dall’Inps con la funzione di integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori che vengono a trovarsi in precarie condizioni economiche a causa di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

Infatti, procedendo a riscontrare la documentazione ottenuta dalla direzione provinciale dell’Inps di Siracusa con le buste paga dei dipendenti oggetto della cassa integrazione nonché dalle informazioni acquisite dagli stessi. Le fiamme gialle hanno acclarato che, durante la cassa integrazione, i dipendenti hanno lavorato regolarmente per le ditte che hanno omesso il versamento di ritenute Irpef per euro 734.867 e contributi previdenziali per euro 1.206.819, ma sono anche stati costretti, sotto il vincolo psicologico di un ingiusto licenziamento, a restituire ai datori di lavoro la cassa integrazione percepita.

In pratica gli imprenditori pubblicizzavano all’Inps e al ministero del lavoro una situazione economica deficitaria non corrispondente alla realtà dei fatti. Attraverso la trasparente operazione dell’intervento dello Stato, hanno continuato regolarmente il ciclo produttivo delle aziende, nascondendo ricavi per oltre 7,6 milioni di euro ed Iva per oltre 1 milione di euro.

A conclusione del periodo di cassa integrazione dell’intero personale dipendente procedendo alla richiesta di ulteriori benefici previsti dalla legge. Le indagini hanno permesso di evidenziare che le erogazioni ottenute fra indennità di mobilità per 1.142.869 euro e sgravi contributivi per 103.329 euro previsti per le imprese che assumono dipendenti attingendo dalle liste di mobilità, sono state anch’esse ottenute indebitamente.

Inoltre, una delle società segnalate, grazie alle false attestazioni di un commercialista compiacente, ha richiesto il concordato preventivo per tutelare i propri beni, nonché quelli dei soci, dall’imputazione del reato di bancarotta fraudolenta.

In sintesi, la complessiva attività d’indagine ha permesso di rilevare che il danno all’erario ammonta a oltre 18,4 milioni di euro. Soldi derivanti da elementi positivi di reddito non dichiarati, elementi negativi di reddito indebitamente dedotti, Iva dovuta e non versata, imposta di registro evasa, maggiore base imponibile Irap sottratta a tassazione, ritenute fiscali e contributi previdenziali non operati e non versati, Cig in deroga ad indennità di mobilità indebitamente percepite.

Otto persone sono state denunciate per estorsione, truffa, associazione per delinquere finalizzata alla truffa, appropriazione indebita, omesso versamento di contributi previdenziali, responsabilità amministrative degli enti.

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