Siracusa: grande debutto per “Le Rane”

Applausi a scena aperta e tante risate per il debutto delle “Rane” di Aristofane al teatro greco di Siracusa. In scena il duo comico palermitano Ficarra e Picone, per la prima volta sul palcoscenico di un teatro antico e importante come quello di Siracusa.

La commedia di Aristofane è arte allo stato puro. Un testo millenario che oggi è ancora attuale. Questo è quello che fa la vera arte. Lo spettacolo diretto da Giorgio Barberio Corsetti ha catturato il pubblico, oltre 3 mila persone, del cinquantatreesimo ciclo di rappresentazioni classiche.

La scenografia di Massimo Troncanetti, sebbene scarna, è stata decisamente funzionale al testo. Nelle Rane si raccontano le vicende di una città in crisi. Una città che può essere ognuna delle città del nostro tempo. E i riferimenti del testo di Aristofane non possono far altro che avvicinare lo spettatore alla politica attuale. Quando Valentino PIcone, alias Xantia, il servo di Dioniso, il dio “dell’otre diVino” impersonato da Salvo Ficarra parla dei politici che cambiano bandiera ogni volta ed ecco che arriva l’applauso del pubblico.

Particolarmente gradevoli le melodie create da “I sei ottavi” per la commedia di Aristofane. Il gruppo musicale sulla scena ha interpretato le irriverenti e gracidanti rane. Tutti vestiti di verde e con i cappelli cantavano melodie decisamente saltellanti.

Davvero molto interessanti gli interventi del coro, gli iniziati, gente comune con abiti moderni e sandali consunti scelti da Francesco Esposito. Le coreografie perfette e le melodie soavi e anche orecchiabili hanno fatto il resto. Gli strumenti musicali riprodotti con le voci in un’atmosfera delle musiche di scena e dei cori che spaziano da sonorità classiche a moderne. È infinita la gamma vocale umane che è riuscita ad incantare il numeroso pubblico.

Pubblico che è stato anche chiamato a dire la sua ad alcune battute,con piacevole sorpresa. Decisamente moderna e molto calzante la decisione del regista di mettere in scena dei televisori collegati a delle telecamere che proiettavano su uno schermo intero o a volte spezzato in quattro parti distanti tra di loro, i primi piani degli attori: il pavido Dioniso, il re dei servitori Santia, il tradizionale Eschilo e l’innovatore Euripide.

Coreografiche anche le uscite degli attori per gli applausi, meritatissimi, da parte del pubblico. Quasi due ore di spettacolo che ha incantato e divertito il pubblico in quella che è stata la stagione dell’Inda più lunga di sempre, iniziata il 6 maggio con Sette contro Tebe di Eschilo diretta da Marco Baliani e le Fenicie di Euripide dirette da Valerio Binasco.

Le Rane invece andranno in scena ancora fino al 9 luglio. Con Ficarra e Picone, sul palco anche Roberto Salemi (Eracle), Dario Iubatti (che ricopre tre ruoli: un morto, un servo e Plutone), Giovanni Prosperi (Caronte), Francesca Ciocchetti (ostessa), Valeria Almerighi (Platane), Gabriele Benedetti (Euripide), Roberto Rustioni (Eschilo), Gabriele Portoghese (corifeo) e Francesco Russo (Eaco). La traduzione del testo di Aristofane è di Olimpia Imperio, la scena di Massimo Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito, le musiche dei SeiOttavi (Germana Di Cara, Vincenzo Gannuscio, Alice Sparti, Kristian Andrew Thomas Cipolla, Massimo Sigillò Massara, Ernesto Marciante) che fanno parte anche del coro di rane della palude infernale e dei sacri iniziati ai Misteri Eleusini

Di grande suggestione anche le marionette ispirate alle sculture di Gianni Dessì e realizzate da Einat Landais mentre Marzia Gambardella ne ha curato la direzione dei movimenti e Carlo Gilè la costruzione.

A chiudere lo spettacolo un brevissimo video con un estratto dell’incontro a Venezia, nel 1968, tra un giovane Pier Paolo Pasolini e il poeta americano Ezra Pound.

“Nelle rane – racconta il regista Corsetti – si raccontano con nomi e particolari espliciti le vicende di una città in crisi dove il teatro sembra agli sgoccioli e la politica e il vivere comune minato dagli interessi particolari. La commedia, attraverso Dioniso e Santia diventa sublime gioco del mondo. La disputa è certamente tra due poeti ma soprattutto è tra poetiche visione del mondo, dunque il senso stesso del teatro viene messo in gioco, il rapporto tra teatro e mondo”.

Al termine della prima, a cui ha assistito anche Luciano Canfora, per salutare il pubblico sul palco tutti coloro che, oltre agli attori, hanno realizzato e pensato lo spettacolo.

Dopo il 9 luglio si chiuderà la stagione dell’Inda al Teatro greco di Siracusa ma prenderà il via la tourneè che vedra la Fondazione mettere in scena in quattro teatri di pietra italiani, tre spettacoli Sette contro Tebe, Fedra, che sarà riproposto dopo il successo dello scorso anno, e Baccanti di Euripide, che vede protagonisti gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico e che in una breve tourneè in scuole e teatri italiani ha fatto registrare oltre 5 mila presenze in undici tappe.

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