Catania: corteo anti Renzi, operazione della Digos

Lo scorso 11 settembre 2016 a Catania, al termine del corteo organizzato dall’area antagonista catanese in occasione della presenza del premier matteo Renzi per la giornata conclusiva della festa nazionale de L’Unità, circa 50 facinorosi hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell’ordine poste a presidio dell’entrata di villa Bellini dove si stava svolgendo la kermesse del partito democratico.

I facinorosi avevano i volti travisati da caschi, bandane, sciarpe, cappucci e altri indumenti di colore scuro. Nell’occasione era stato anche utilizzato uno striscione di circa 6 metri, rinforzato internamente con una struttura di plastica rigida e rete metallica, sorretto con maniglie realizzate con cinghie del tipo usato per le tapparelle avvolgibili. Lo striscione è stato utilizzato anche come un grande scudo per proteggersi e come riparo per sfondare il cordone della polizia, dopo essere stato piegato a forma di cuneo.

Le azioni violente, dunque, erano state preordinate e pianificate sin dall’inizio. Grazie all’azione di contenimento del reparto mobile della questura, è stato possibile respingere i facinorosi che hanno colpito gli agenti con aste di legno e tubi rigidi, lanciando contestualmente oggetti contundenti e artifici pirotecnici, tra cui una bomba carta e bottiglie di vetro.

Grazie alla capillare attività di indagine svolta dagli agenti della Digos di Catania, supportata anche da copioso materiale video,ha permesso di denunciare 39 persone, tra cui 11 militanti del locale sodalizio antagonista Aleph, 4 aderenti al collettivo catanese “Liberi pensieri studenteschi”, 5 ultras del Catania calcio, 13 antagonisti dei centri sociali “Anomalia” e “ExKarcere” di Palermo, 2 militanti del centro sociale “Rialzo” di Cosenza, 2 aderenti alc entro sociale “Insurgencia” di Napoli, 1 antagonista del “collettivo universitario autonomo” di Bologna e un militante del collettivo “MArzolo occupata” di Padova, riconducibile al cpo Gramigna.

Tutto era stato deciso a tavolino, anche i ruoli di ciascuno nella fase della “ritirata”. È stata riscontrata la riconducibilità dell’organizzazione delle azioni violente ai militanti del collettivo anarco antagonista catanese “Aleph” che, nell’esecuzione materiale delle condotte illecite, hanno contato sul supporto operativo dei “compagni” palermitani soprattutto, di antagoinisti provenienti da altri contesti territoriali e di un gruppetto di supporter catanesi, tutti coagulatisi tra loro con l’obiettivo di sfondare il cordone delle forze dell’ordine ed entrare all’interno della villa Bellini dove stata terminando il dibattito conclusivo della festa del partito democratico, alla presenza dell’ex presidente del consiglio, Matteo Renzi.

Nei confronti della quasi totalità degli indagati sono stati contestati i reati di resistenza a pubblico ufficiale aggravata perché il fatto era stato commesso insieme a minorenni, da più di 5 persone mediante l’uso di armi ed il lancio di corpi contundenti e di altri oggetti atti ad offendere e di lesioni aggravate perché commesse con premeditazione e al fine di eseguire un altro reato e contro un pubblico ufficiale nell’atto dell’adempimento del proprio servizio.

Sono stati emessi undici avvisi orali nei confronti dei principali leader dei sodalizi antagonisti etnei quali Aleph (8), e “Liberi pensieri studenteschi” (1) e nei confronti di 2 supporter appartenenti alle frange più oltranziste del contesto ultras del Catania calcio. Adottati anche 17 divieti di ritorno a Catania per un anno nei confronti di militanti antagonisti di altri contesti territoriali, di cui 12 dei centri sociali “ExKarcere” e “Anomalia” di Palermo, 2 del centro sociale “Rialzo” di Cosenza, 1 del collettivo “Marzolo occupata” di Padova, 1 del centro sociale “Insurgencia” di Napoli e uno del “collettivo universitario autonomo” di Bologna.

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