Catania: operazione “the band”, i particolari

I soldi destinati all’istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania venivano spesi per viaggi, spese personali, gioielli e vestiti d’alta moda. Lo hanno scoperto gli agenti della guardia di finanza del comndo provinciale impegnati nell’operazione denominata “The band”.

Questa mattina 23 persone sono state arrestate dalla guardia di finanza del comando provinciale perché responsabili di aver creato un “buco” all’istituto musicale Vincenzo Bellini da oltre 14 milioni di euro. Il gruppo si era appropriato di denaro pubblico destinato alla gestione delle attività dell’istituto.

L’indagine vede ulteriori 38 persone indagate, a vario titolo, per peculato continuato, ricettazione, riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. L’istituto superiore di studi musicali è un ente pubblico fondato nel 1951 da comune e provincia e annualmente viene finanziato con i contributi del comune, della città metropolitana e, in minima, parte, con le rette dei frequentatori.

Il gruppo si appropriava dei soldi destinati all’istituto dall’ottobre del 2007 al febbraio del 2016. Le indagini dirette dalla procura e condotte dai militari del nucleo di polizia tributaria, sono state orientate alla minuziosa ricostruzione di ogni passaggio di denaro tra gli indagati.

Gli investigatori hanno ricostruito il duplice sistema utilizzato dai sodali per trasformare l’ente pubblico in una sorta di bancomat senza limiti di prelievo per la soddisfazione delle più disparate esigenze personali, tra cui anche viaggi, gioielli e vestiti d’alta moda.

Per realizzare il progetto criminale sono state falsificate delle firme e mandati di pagamento venivano compilati con causali differenti, a seconda che lo stesso documento fosse destinato alla banca o agli atti dell’Ente. Utilizzando la causale generica “Contributi”, è stata favorita l’immediata liquidazione di ingenti importi ed è stata limitata la probabilità che gli amministratori dell’ente scoprissero l’enorme “buco”. Dal canto loro gli istituti di credito hanno registrato gli stessi importi o a favore dell’ex responsabile dell’ufficio ragioneria del Bellini e dei dipendenti suoi complici o a favore di imprese partecipi all’illecito.

Il secondo stratagemma, invece, che ha fruttato agli indagati un profitto di 4 milioni di euro in dieci anni, ha visto la complicità di un reticolo di imprese commerciali compiacenti spesso riconducibili alle stesse persone fisiche e generalmente inadempienti al Fisco.

Sono venti le aziende destinatarie dei paamenti a fronte di prestazioni mai effettuate a favore dell’istituto Bellini. Anche in questa circostanza, la predisposizione di una contabilità artefatta unita a falsi mandati di pagamento ha favorito la distrazione del denaro pubblico.

Il ruolo delle imprese partecipanti al disegno criminale è consistito nell’aprire conti correnti e carte prepagate nei quali far affluire il fiume di denaro sottratto e successivamente nel disporre dei fondi acquisiti illecitamente per la restituzione e il reimpiego a favore degli stessi indagati.

L’attività delle fiamme gialle ha consentito di acquisire importanti riscontri sul ritorno delle somme illecitamente distratte nella disponibilità dei principali indagati.

In carcere sono finiti: Giuseppa Agata Carruba, responsabile dell’ufficio di ragioneria dell’istituto musicale Bellini, 60 anni, indagata per peculato e il marito Fabio Antonio Marco, 61 anni, anche lui indagato per peculato, ricettazione, riciclaggio e promotore e organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; Vita Marina Motta, 57 anni, responsabile della segreteria didattica dell’istituto fino a maggio del 2016 chiamata a rispondere di peculato; Lea Marino, 65 anni, responsabile dell’ufficio del personale del Bellini fino a maggio 2016; Sergio Strano, 46 anni, consulente del lavoro e amministratore di fatto di diverse società che hanno intrattenuto rapporti commerciali con l’ente pubblico, indagato per plurime ipotesi di riciclaggio e ritenuto il promotore e l’organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; Giancarlo Maria Benvenuto Berretta, 67 anni, legale rappresentante di più società che solo apparentemente hanno fornito beni e/o servizi all’istituto musicale, accusato di essere concorrente nei reati di riciclaggio e partecipe dell’associazione criminale.

Agli arresti domiciliari, invece, sono andati: Paolo Di Costa, 44 anni; Roberto Vito Claudio Russo, 63 anni, entrambi già dipendenti dell’istituto musicale Vincenzo Bellini, indagati per peculato; Vito Enrico Barbuto, 55 anni, Roberta Marco, 27 anni; Valentina Piera Mazzarino, 30 anni; Davide Palmisciano, 25 anni; Francesca Sanfilippo, 35 anni, imprenditrici concorrenti nei reati di riciclaggio e partecipi di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; Massimo Vecchio, 37 anni; Francesco Antonio Nicoloso, 27 anni; Salvatore Rizzo, 27 anni; Marco Garufi, 22 anni, quali intestatari di carte prepagate, indagati per riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio; Francesco Marco, 57 anni; Alfio Platania, 37 anni; Luigi Platania, 41 anni; Antonino Munagò, 41 anni; Raffaele Carucci, 48 anni, imprenditori indagati per riciclaggio; Massimo Lo Rosso, 46 anni, imprenditore indagato per peculato in concorso con la Carrubba.

Il gip ha inoltre disposto il sequestro preventivo nei confronti degli indagati del complessivo profitto criminale pari a oltre 14 milioni di euro. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catania stanno eseguendo accertamenti patrimoniali ed economico-finanziari volti a rintracciare ogni bene che sia nella disponibilità, anche indiretta, della consorteria criminale.

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