Palermo: l’Italia piange per Falcone e Borsellino

Ieri milioni di telespettatori sono rimasti incollati ai televisori a guardare il programma di Rai1, in diretta dai luoghi che hanno fatto la storia come via d’Amelio, l’albero di Falcone, il luogo della strage di Capaci. L’Italia intera ha pianto per Falcone e Borsellino. In strada tantissimi giovani che i due magistrati simbolo dell’antimafia non li conoscevano, ma di cui hanno sempre sentito parlare e che sono il loro faro contro la mafia e la disonestà.

Lacrime e commozione durante la lunga diretta che è sembrata scorrere come in un lampo fra interventi, ricostruzioni, testimonianze, filmati dell’epoca e le immagini dei due attentati che straziano il cuore. “La mafia mi ucciderà quando altri lo vorranno” aveva detto Borsellino alla moglie poco prima di morire.

Il programma della rete ammiraglia della Rai ha conquistato il pubblico. A chiuderlo l’orchestra di Nicola Piovani che ha suonato la colonna sonora de “La vita è bella”. Nel corso della serata a rompere il silenzio, dopo 25 anni, è stata Fiammetta Borsellino, la figlia minore del magistrato assassinato dalla mafia che ha chiesto giustizia e ha detto: “papà è stato ucciso da menti raffinatissime”.

“Dobbiamo pretendere con forza la restituzione di una verità – ha detto Fiammetta Borsellino – non una mezza verità, ma quella utile a dare un nome e un cognome alle menti raffinatissime, come le ha definite mio padre, che con le loro azioni e omissioni hanno voluto eliminare questi servitori dello Stato e impedire la ricostruzione dei fatti. La verità è l’esatto opposto della menzogna ed è una cosa che dobbiamo ogni giorno cercare e pretendere e non solo ricordarci nei momenti commemorativi.

Solo così, guardando in faccia i nostri figli, possiamo vivere in un paese libero dal puzzo e dal ricatto mafioso”. Sul palco poi la sorella del giudice, Rita Borsellino, al presidente Grasso sul palco con lei, ha chiesto verità e giustizia.

“Una sentenza – ha detto Rita – conferma che una trattativa tra Stato e mafia c’è stata. Adesso vogliamo sapere chi ha trattato. Vogliamo sapere perché l’agenda rossa è sparita e chi l’ha fatta sparire”.

Nel corso della serata ci sono stati diversi collegamenti con i luoghi importanti per la vita dei due magistrati come la spiaggia di Mondello, l’Addaura, la piscina, l’aula bunker del tribunale di Palermo. Non sono mancati momenti di vita privata raccontati da attori sul palco e da testimonianze, come l’autista rimasto illeso dopo l’attentato. Dalla voce del barbiere di Borsellino abbiamo potuto ascoltare il momento in cui il magistrato ricevette la chiamata che gli annunciava la morte dell’amico e collega Giovanni Falcone. E poi la testimonianza toccante dell’autista scampato alla strage di Capaci che dice: “Io ero con lui quando ha subito il primo attentato, ero con lui su quell’autostrada, mi disse che sarebbe ritornato presto da Roma a Palermo da procuratore nazionale antimafia. So queste e molte altre cose, anche se da 25 anni attendo che qualcuno me le domandi”.

Numerosi anche i momenti musicali con Carmen Consoli che ha interpretato da un balcone “A finestra”, poi Fiorella Mannoia con Danilo Rea sotto l’albero di Falcone e in chiusura l’orchestra giovanile siciliana diretta dal maestro Piovani.

Quello che sicuramente è rimasto dalla serata è che, come diceva Falcone, “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni ha un principio, uno sviluppo e avrà anche una fine”. Purtroppo, però, ancora non si è arrivati ad una verità.

Maria Chiara Ferraù

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