Palermo: corteo Falcone, sequestrati gli striscioni agli studenti di Garibaldi e Cannizzaro

Ieri centinaia di gente, fra ragazzi, giovani studenti, insegnanti, gente comune, sono scesi in piazza per commemorare il giudice Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia 25 anni fa. Ma non era ancora successo che le forze dell’ordine sequestrassero degli striscioni ai manifestanti.

Invece ieri la polizia ha strappato gli striscioni degli studenti del Garibaldi e Cannizzaro che si stavano avviando al corteo in via d’Amelio. Sui lenzuoli veniva evidenziato dai giovani studenti come Falcone fosse stato vittima dell’isolamento da parte dello Stato.

Non siete Stato voi, siete stati voi” si leggeva sullo striscione del Garibaldi, mentre i ragazzi del Cannizzaro replicavano: “il corteo siamo noi, la passerella siete voi”. Un dissenso sicuramente pacifico, quello dei ragazzi, ma che non è stato gradito, tanto che in via Duca della Verdura c’è stato il primo “contatto” tra gli agenti della Digos e gli studenti del Garibaldi e poi all’ingresso di via Notarbartolo il sequestro definitivo di entrambi gli striscioni.

Striscioni che non insultavano, ma ponevano l’accento su qualcosa che è stato sempre detto: Falcone e Borsellino sono stati lasciati soli dallo Stato che li avrebbe dovuti tutelare fino in fondo. E un giovanissimo presente al corteo si sfoga: “studenti fermati all’altezza dell’istituto tecnico Vittorio Emanuele III perché quegli striscioni non sono piaciuti. Sono stati definiti offensivi quando in realtà dichiaravano che i partecipanti al corteo erano la vera antimafia e non tutte quelle persone che partecipano a queste giornate per fare passerella, o usano eventi del genere come trampolino per la campagna elettorale. Siamo stati esclusi”.

Parole amare che non avremmo mai voluto sentire, soprattutto dalla bocca di un giovanissimo che sulla strada tracciata da Falcone e Borsellino vorrebbe poter cambiare la propria vita e il futuro del nostro Paese. E’ triste che vengano fatti sparire degli striscioni di “denuncia” e “dissenso pacifico” in un corteo per ricordare delle figure che hanno fatto dell’onestà e dell’antimafia la loro unica ragione di vita.

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