Palermo: la Cassazione annulla la condanna a Lo Nigro per truffa

Il suo curriculum falso, la laurea millantata ma che non serviva per ricoprire l’incarico. Il processo per Gaspare Lo Nigro, detto Rino, è da rifare. La corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 2 anni e 4 mesi per falso e truffa.

L’ex dirigente dell’assessorato regionale al lavoro, nonché direttore generale dell’agenzia dell’impiego, aveva dichiarato di aver conseguito una laurea e un master alla Bocconi, senza però essere vero.  Lo scorso ottobre Lo Nigro era stato condannato a 3 anni e 6 mesi per corruzione nel processo sullo scandalo Ciapi.

Il prezzo della corruzione per Lo Nigro sarebbe stato di 70 mila euro. Avrebbe fatto parte del sistema che ruotava attorno alla figura del manager della pubblicità Faustino Giacchetto. Il prezzo della corruzione, per Lo Nigro era di 70 mila euro. Accuse che sono sempre state respinte dai suoi legali.

Ora nel processo su cui si è pronunciata la suprema Corte, a Lo Nigro veniva contestato di aver ricoperto il ruolo di dirigente generale esterno alla Regione per 6 mesi nel 2010 in mancanza di requisiti. Per accedere al concorso, infatti, Lo Nigro aveva millantato una laurea e un master alla Bocconi di Milano e ottenne l’incarico per sei mesi, retribuito con 93 mila euro.

Il suo legale, l’avvocato Marcello Montalbano (per la sola parte amministrativa la difesa è stata curata da Massimiliano Mangano) ha sostenuto che i titoli di studio dichiarati erano ininfluenti ai fini dell’incarico. Insomma, non servivano. Bisognerà aspettare la motivazione per essere certi che sia passata questa tesi. La sentenza annullata prevedeva anche la confisca di 93 mila euro e un risarcimento danni in favore della Regione di 140 mila euro. 

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