Catania: operazione “Ciclope”, 9 arresti

Associazione di tipo mafioso, traffico, detenzione e spaccio di droga aggravati dal metodo mafioso. Sono i reati di cui dovranno rispondere i nove soggetti ritenuti appartenenti al gruppo criminale facente capo a Michele D’Avola, operante nei territori di Vizzini e Francofonte e legato ai clan mafiosi Santapaola-Ercolano di Catania e Nardo di Lentini, arrestati su richiesta della locale procura distrettuale.

L’indagine, avviata dai carabinieri a seguito di alcuni gravissimi episodi delittuosi verificatisi nel 2012 e 2013 tra Francofonte, Vizzini e Grammichele, supportata da indagini tecniche e dinamiche poi riscontrate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione mafiosa operante a Vizzini, nel catanese e Francofonte nel siracusano e di ricostruirne la struttura organizzativa.

A partire dal novembre del 2012, nell’area del Calatino si registravano, a distanza di breve tempo l’uno dall’altro, 4 omicidi e 2 tentati omicidi ai danni di soggetti collegati, a vario titolo, a gruppi ben inseriti nel tessuto criminale della zona.

Il numero elevato di omicidi, la sequenza temporale ravvicinata con la quale si erano susseguiti e le modalità esecutive, hanno dimostrato l’esistenza di una faida in atto che aveva fine solo con l’esecuzione, il 19 settembre del 2013, di un provvedimento di fermo emesso dalla DDA nei confronti di Antonino Alfieri, Alfio Centocinque, Salvatore Guzzardi, Salvatore Navanteri, Cristian Nazionale, Luciano Nazionale, Michele Ponte, Luisa Regazzoli (convivente di Salvatore Navanteri) e Vito Tommaso Vaina, ritenuti responsabili di associazione mafiosa e, limitatamente a Salvatore Guzzardi e Luciano Nazionale, di concorso nel tentato omicidio di Salvatore Navanteri, avvenuto a Francofonte l’8 agosto del 2013.

Ulteriori riscontri investigativi hanno permesso di eseguire il 10 ottobre del 2013, un provvedimento restrittivo nei confronti di Michele D’Avola per associazione di tipo mafioso e traffico di droga. tutti sono stati rinviati a giudizio al tribunale di Caltagirone e il processo nei loro confronti si avvia ormai a conclusione.

Nel corso delle indagini è emerso che D’Avola era al vertice, ma è stato anche appurato che il comune di Vizzini era la base da cui operava un gruppo dedito al traffico e allo spaccio di grosse quantità di sostanze stupefacenti provenienti dall’Albania e successivamente immesse nell’area calatina della provincia etnea e di Siracusa, con ramificazioni anche nell’area iblea.

La prosecuzione delle indagini ha fatto emergere il ruolo di figure di rilievo quali Carmela Quaderno e Gianluca Giarrusso. Quest’ultimo ha svolto il ruolo di reclutatore degli affiliati provvedendo anche al sostentamento  delle loro famiglie durante il periodo di detenzione e al pagamento delle spese legali.

 Dei 9 provvedimenti cautelari, 3 sono stati notificati in carcere ad altrettanti indagati già detenuti per altra causa.

Maria Chiara Ferraù

 

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