Palermo: crac dell’ARas, a rischio il comparto zootecnico

L’associazione allevatori siciliani, l’Aras, non c’è più. Il tribunale di Palermo ha dichiarato il crac e adesso è a rischio l’intero comparto zootecnico perché senza la commercializzazione non si potranno commercializzare i prodotti. Per questo l’assessore Cracolici ha convocato il direttore dell’Aia. La sede dell’Aras è stata chiusa e i 120 dipendenti sono rimasti senza un lavoro.

Oggi la dichiarazione del fallimento è l’epilogo di una vertenza aggravatasi per il ricorso di sei lavoratori che reclamavano il pagamento degli stipendi arretrati. Non solo gli stipendi arretrati non sono arrivati, ma l’Aras ha chiuso i battenti, mandando per strada centinaia di dipendenti, creando problemi ad altrettante famiglie.

La chiusura dell’Aras, oltre alle pesanti conseguenze per i bilanci familiari dei dipendenti che non si sono più trovati un lavoro dall’oggi al domani, comporterà anche la sospensione dei controlli sugli allevamenti che l’associazione svolgeva per conto dell’Aia, l’organismo nazionale di rappresentanza degli allevatori.

Dal movimento 5 stelle e Sicilia futura all’Ars i deputati lanciano l’allarme sui controlli. L’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, ha convocato il direttore generale dell’associazione italiana allevatori per discutere della grave crisi determinatasi dopo la notifica della procedura di fallimento dell’associazione regionale allevatori siciliani. L’incontro tra Cracolici e direttore dell’Aia è stato fissato per mercoledì prossimo a Palermo.

Per la parlamentare del M5S all’Ars, Vanessa Ferreri, “il fallimento dell’associazione regionale allevatori della Sicilia potrebbe provocare il crollo dell’intero settore zootecnico siciliano e della provincia di Ragusa in particolare. L’unica soluzione per dare stabilità organizzativa all’associazione lavoratori – prosegue la parlamentare iblea – era quella dell’accorpamento “in convenzione” delle funzioni, del personale, delle sedi e delle attrezzature dell’ente con l’istituto sperimentale zootecnico della Sicilia, una proposta condivisa dal Movimento cinque stelle e apprezzata anche dall’allora assessore regionale all’agricoltura Cartabellotta, ma mai attuata da questo governo, a dimostrazione ancora una volta del suo totale disinteresse verso i problemi dell’agricoltura siciliana”.

La parlamentare penta stellata chiede un’immediata riunione delle commissioni legislative competenti “perché adesso è una corsa contro il tempo per evitare il collasso del settore”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Cimino di Sicilia Futura per cui “Il fallimento dell’Aras è emblematico di come l’assessorato regionale all’Agricoltua non abbia saputo risolvere una vertenza che riguarda importanti funzioni nel campo del controllo dei bovini e degli ovini e il lavoro di 120 dipendenti. Occorre trovare subito una soluzione – prosegue Cimino – per non disperdere la professionalità di questi dipendenti per i quali va trovato un ricollocamento in altri enti e istituti regionali”.

“Purtroppo questi sono i risultati di decenni di mala gestione di quella che doveva essere lo strumento per lo sviluppo della zootecnia in Sicilia – dichiara Sebastiano Lombardo, presidente Confagricoltura Messina – ma questo poteva realizzarsi soltanto se gestita da chi vive veramente di zootecnia, invece negli anni un branco di delinquenti che nulla avevano a che fare con questo settore si sono ingrassati a danno proprio degli allevatori…è una vergogna…solidarietà a tutti i lavoratori onesti che hanno lavorato con tanto impegno nonostante le condizioni disastrose degli ultimi anni e che oggi si trovano definitivamente senza un lavoro”.

Maria Chiara Ferraù

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