Sicilia: l’accorpamento delle Camere di commercio Rg-Sr-Ct non si farà

Dopo il parere positivo del ministro Calenda alla richiesta del governatore Crocetta, salta definitivamente il processo di accorpamento delle Camere di commercio di Ragusa, Siracusa e Catania previsto dalla riforma nazionale, contestato da più parti. Sulla vicenda interviene Roberto Biscotto, presidente di Pmi Sicilia.

“Dove sono troppi a comandare – dichiara – nasce la confusione: così avrebbe detto il nostro amato Presidente Luigi Einaudi ed è quello che sta succedendo per le camere di commercio in Sicilia. Già da tempo pmiSicilia insieme a PmItalia aveva denunciato le conseguenze negative di una riforma partita male, senza un’architettura istituzionale che potesse risolvere in partenza i problemi che ogni processo di accorpamento inevitabilmente registra e per questo ne aveva chiesto il ritiro e nel caso della Sicilia il totale azzeramento alla luce delle numerose denunce alla magistratura legate al cosiddetto processo delle false adesioni.

Eppure si è continuato ad andare avanti senza ascoltare gli allarmi del territorio e degli addetti ai lavori. Probabilmente – prosegue Biscotto – a qualcuno questo stato di confusione ha giovato visto che diverse poltrone vuote sono state riempite. Ora, finalmente, si comprende che il problema non è risolvibile e si torna indietro come se nulla fosse accaduto. Il ministro Calenda conferma che porterà in conferenza Stato-Regioni la nuova proposta che prevede l’autonomia delle camere di commercio ma se non si risolve il problema a monte della sostenibilità economica, gli enti camerali rischiano ugualmente di scomparire.

Nel caso della Sicilia, infatti – spiega Biscotto – le camere di commercio registrano un disavanzo economico di circa 24 milioni di euro perché la riforma ha diminuito le entrate dei diritti camerali senza prevedere una integrazione dello Stato per bilanciare i costi di gestione determinati in gran parte dalle spese del personale. Pmi Sicilia auspica che il presidente della Regione ripristini quanto prima l’autonomia delle nove Camere di commercio siciliane, si faccia carico del fondo di quiescenza per le pensioni degli ex dipendenti camerali e modifichi il processo di formazione della rappresentanza per evitare il fenomeno delle false adesioni”.

 

 

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