Palermo: da Roma nuovi tagli, la Regione si oppone

La Regione siciliana ha deciso di opporre ricorso alla Consulta contro la legge di bilancio nazionale. Se Roma decidesse, infatti, di andare avanti, potrebbe causare una pesantissima riduzione delle possibilità della Sicilia di erogare servizi anche in settori di prima importanza.

Ogni anno lo Stato chiede alle Regioni un “concorso alla finanza pubblica”. Tagli con il corrispondente trasferimento delle somme dalla Regione alle casse di Roma. I tagli inizialmente erano stati previsti fino al 2019. Un contributo temporaneo. Con l’ultimo bilancio, con il governo ancora in mano a Matteo Renzi, i tagli sono stati estesi al 2020, ma gli effetti potrebbero vedersi subito.

La cifra richiesta è molto elevata: quasi 5,5 miliardi di euro. E riguarda, complessivamente, le Regioni a statuto speciale, ovviamente Sicilia compresa che sarà la regione a pagare la fetta più grossa perché la più popolosa. La cifra esatta sarà decisa in sede di conferenza Stato-Regioni.

Ed ecco che arriva l’allarme da parte del governo Crocetta. La stangata rischierebbe di intaccare i capitoli di bilancio destinati ai più deboli, compresi poveri e disabili. La legge nazionale dispone un ulteriore concorso alla finanza pubblica comportando la sottrazione unilaterale di quote di gettito spettanti alla Regione.

E, inoltre,  la legge di bilancio varata da Montecitorio “non individua i capitoli di spesa su cui si deve incidere”, sottraendo così ulteriormente e genericamente somme al bilancio regionale mediante la tecnica delle riduzioni di spesa da operarsi sui vari settori amministrativi istituzionali della Regione e da riversare allo Stato”.

“Ne deriva – si continua a leggere nella delibera del governo regionale – una pesantissima riduzione delle possibilità di questa Regione di erogare servizi anche in settori di prima importanza”. Quali settori? È chiaro, quando il governo fa riferimento ad “ambiti relativi a diritti fondamentali dei cittadini la cui affermazione e tutela è garantita dalle disponibilità economiche della Regione che effettua i relativi interventi in base alle proprie disponibilità nei vari settori di competenza quali istruzione, assistenza sociale, ecc. lesione di diritti come quelli alla scuola, alla salute, all’assistenza dei minori e dei disabili”.

“Questo taglio – denuncia il presidente della Regione Rosario Crocetta – viola l’intesa che abbiamo firmato a Roma. Non si può da un lato prevedere i nuovi trasferimenti alla Regione nel rispetto dello Statuto e poi riprenderseli tramite ogni finanziaria”.

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