Milazzo (Me): crac Aicon, 3 arresti, beni per 4 milioni sequestrati

Beni per un valore di 4 milioni di euro sono stati sequestrati dagli agenti della guardia di finanza di Milazzo, nel messinese, nell’ambito dell’operazione denominata “follow the money” sul crac finanziario del gruppo Aicon.

Questa mattina i finanzieri hanno arrestato Pasquale Siclari, patron del gruppo Aicon, a suo tempo quotato in borsa, operante nella produzione di yacht di lusso, insieme a due suoi stretti collaboratori: Pietro Pappalardo, consulente fiscale di Milano e Salvatrice Gitto, segretaria di Milazzo, in esecuzione dell’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e patrimoniali emessa dal gip di Barcellona, Fabio Gugliotta, su richiesta del procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti e del sostituto procuratore Rita Barbieri.

Le fiamme gialle stanno procedendo al sequestro preventivo per equivalente di beni per oltre 4 milioni di euro consistenti in una parte delle somme di denaro ritenute profitto della bancarotta conseguente al fallimento Aicon, detenute sui conti correnti personali e societari riconducibili a Siclari, nelle quote societarie allo stesso riferibili dell’Airon Italia srl di Saponara (Me), operante nella cantieristica navale, nonché in un complesso immobiliare turistico alberghiero, di 55 ettari, situato a Messina, sui colli San Rizzo, inaugurato qualche mese fa.

Le indagini complesse, sviluppate dopo il fallimento dichiarato dal tribunale per le società Aicon spa e Aicon yachts spa tra il 2013 e il 2014, sono state incentrate sulla puntuale analisi di più di 200 rapporti bancari e finanziari gestiti dal Siclari anche tramite società a lui riconducibili, circostanza che ha dato il nome all’operazione.

Le attività avrebbero ricostruito, attraverso l’analisi delle complesse vicende societarie, le operazioni dolose compiute a partire dal 2010 che hanno determinato l’aggravamento dello stato di dissesto dell’Aicon spa, la quale nel 2007, a seguito della quotazione in borsa del titolo, aveva ricavato un provento di oltre 120 milioni di euro.

L’imprenditore, avvalendosi dei due stretti collaboratori arrestati, avrebbe sottratto ingenti capitali a danno dei creditori delle due società fallite, attraverso numerose movimentazioni bancarie e finanziarie effettuate sui conti bancari e sui fondi di risparmio gestiti personalmente o per il tramite di professionisti esterni.

Il gruppo aveva realizzato molteplici artifici contabili con il coinvolgimento di altre società allo stesso riconducibili, alcune delle quali con sede all’estero, in Lussemburgo, Inghilterra e Portogallo.

Sotto la lente d’ingrandimento della procura barcellonese anche i cospicui investimenti dell’architetto Pasquale Siclari nella ristrutturazione di una villa con 55 ettari di terreno, costruita negli anni Sessanta sui Colli San Rizzo, da adibire a struttura turistico-alberghiera, per la quale sarebbero state impieganti ingenti somme sottratte alle società fallite in modo tale da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza illecita.

Siclari è finito in carcere, mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti per Pietro Pappalardo e Salvatrice, tutti dovranno rispondere di auto riciclaggio, che prevede per l’impiego in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, la reclusione da 2 a 8 anni.

Maria Chiara Ferraù

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi