Tortorici (Me): la rabbia dei dipendenti e il silenzio delle istituzioni

“Il sindaco non ci riceve, non parla con noi. Un primo cittadino è un padre per una comunità, ma noi qui il padre non lo abbiamo”. Queste le accorate parole di Santina Arcodia, una dipendente del comune di Tortorici che, insieme a tutti i suoi colleghi, è in assemblea permanente nella sede comunale di viale Livatino. I locali sono stati occupati dal 16 febbraio e da qui i dipendenti non andranno via se prima non riceveranno risposte. “La situazione è tragica, disperata – continua Arcodia – perché dieci mensilità di stipendi arretrati sono pesanti. E fino ad oggi non ci ha ascoltato nessuno”.

L’amministrazione continua a non dare risposte ai dipendenti e non intende dialogare con la stampa per rilasciare dichiarazioni.

Non è una novità – dichiara la consigliera di minoranza Cinzia Conti Mica del gruppo indipendente che è andata più volte a trovare i dipendenti in assemblea – il sindaco non ha mai dato risposta, né per i dipendenti, né per i trasporti pubblici per gli studenti, né per la spazzatura e le borgate sono abbandonate. Chiedo al prefetto e al presidente Crocetta di intervenire e sollevare Rizzo Nervo dall’incarico, la gente è stanca”.

Al comune continua l’assemblea dei lavoratori. I dipendenti garantiscono solo i servizi indispensabili quali acquedotto e cimitero. Per il resto la macchina comunale è ferma da mezzogiorno di ieri. Come gli auto compattatori pieni di carta e plastica parcheggiati all’ingresso del paese, ritornati dalla discarica per il mancato pagamento da parte dell’amministrazione.

Per due notti i dipendenti, tutti compatti ad eccezione di cinque lavoratori, hanno vissuto all’interno del comune di Tortorici. “Siamo qui compatti, sono solo cinque i colleghi che non hanno partecipato a questa assemblea – spiega il dipendente Renato Merlina – per sensibilizzare le istituzioni soprattutto esterne, perché ormai abbiamo perso la speranza nei nostri amministratori che hanno portato il Comune ad un disastro totale. Qualcuno dice che fino al 2043 i cittadini pagheranno le tasse al massimo livello stabilito. Questo provoca un ulteriore effetto a catena. Noi dipendenti abbiamo avuto tanta pazienza a fronte dell’arroganza e della supponenza di questi personaggi – prosegue Merlina – che non si presentano, non si fanno conoscere da noi, non salutano. Intendiamo continuare questa battaglia perché non è più tempo di parole, ma di fatti. Aspettiamo delle risposte concrete e pacificamente cercheremo di continuare questa manifestazione – conclude il dipendente – che unisce in maniera compatta tutti i lavoratori tra precari e tempo indeterminato”.

“Il degrado e l’abbandono del paese è totale. – commenta la capogruppo di minoranza, Rosita Paterniti Barbino – I dipendenti non hanno risposte da amministrazione, Regione, Ministero e si sentono abbandonati. E’ una vergogna”.

Accanto ai dipendenti comunali, oltre ai consiglieri di minoranza, si sono schierati la maggioranza dei cittadini, le associazioni, i commercianti e i professionisti locali che in queste ore si presentano spontaneamente nella sala occupata dai dipendenti anche per portare loro provviste e solidarietà.

“Da questa situazione – dichiara Giuseppe Calanni, Rsu – si uscirà sicuramente solo dopo un tavolo di crisi in prefettura e con la presenza dell’amministrazione che nei 7 incontri avuti in Prefettura nel corso di questa lunga vertenza, non si è mai presentata”.

I dipendenti aspettano risposte e un confronto. Fino a quando non arriveranno, continueranno ad occupare l’aula.

Maria Chiara Ferraù

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