Palermo e Agrigento: blitz dei Nas ai pronto soccorso

Pazienti in barella sono stati trovati dai carabinieri del Nas nei corridoi dell’ospedale Civico di Palermo. Oggi blitz dell’Arma nei pronto soccorso di Palermo e Agrigento.

Dopo lo scandalo dei ricoverati per terra all’ospedale di Nola, come un ciclone campano, il ministero della salute ha ordinato ai carabinieri del Nas di intensificare i controlli nei pronto soccorso. Oggi blitz a sorpresa al Civico di Palermo, all’ospedale Cimino di Termini Imerese e al San Giovanni Di Dio di Agrigento.

Al Civico i carabinieri hanno trovato 11 pazienti sistemati in barella nei corridoi perché mancavano i posti nei reparti. Ad amplificare i disagi la chiusura del salone dell’area d’emergenza dove sono cominciati i lavori di ristrutturazione.

I Nas hanno convocato il direttore sanitario della struttura, Rosalia Murè, chiedendo un intervento immediato per sistemare meglio i pazienti in attesa di ricovero.

La situazione più critica riguarda l’ospedale di Termini Imerese, dove sono decine i pazienti ricoverati in barella da giorni in attesa di posti letto nei reparti. Alla fine del blitz, i Nas hanno anche inviato una segnalazione all’assessorato regionale alla salute per chiedere provvedimenti urgenti, in attesa dell’apertura del nuovo pronto soccorso che dovrebbe aprire i battenti il 30 gennaio.

A Natale i Nas avevano fatto un sopralluogo anche all’ospedale dei bambini di Palermo, che fa parte dell’Arnas Civico, riscontrando più di una irregolarità. Assenza di stanze dedicate al personale medico a problemi come lunghe attese per ottenere gli esami di laboratorio e le prestazioni di radiodiagnostica nei giorni prefestivi e festivi e nelle ore notturne per l’assenza di personale in regime di 24 ore su 24. Tra le criticità segnalate anche la mancanza del servizio di ortopedia pediatrica, che ha chiuso i battenti ormai più di un anno fa a causa della carenza di chirurghi ortopedici. Anche per l’ospedale dei bambini, i militari hanno inviato una segnalazione all’assessorato alla Salute, denunciando che la struttura non ha i requisiti richiesti dal decreto ministeriale per essere considerata un dipartimento di emergenza urgenza di secondo livello.

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