Sicilia: Federconsumatori su Tari, Siracusa paga il triplo di Belluno

A Siracusa la Tari costa il triplo di Belluno. La Sicilia è messa malissimo secondo una indagine di Federconsumatori sulla tassa sui rifiuti, relativa ai capoluoghi di provincia.

La Sicilia per le tariffe Tari è seconda solo alla Campania, con una media regionale di 381,06 euro. Inoltre il servizio erogato è costantemente al confine con la crisi.

Come se non bastasse, nelle province di Messina e Ragusa la Tari è cresciuta rispetto al 2015 rispettivamente del 5,21% e del 3,96%. In tutta la Sicilia la tassa sui rifiuti è cresciuta mediamente del 23% rispetto al 2010, mentre nello stesso periodo l’inflazione è cresciuta del 7,4%.

Secondo Federconsumatori, inoltre, la Tari nei comuni capoluogo della Sicilia non è affatto omogenea. Ad Agrigento si pagano 385 euro, a Caltanissetta 288, Catania ben 427 (nona posizione tra le più care d’Italia), a Enna 315, 412 a Messina (decima in Italia), 307 a Palermo, 407 a Ragusa e 383 a Trapani. Maglia nera per Siracusa con 502 euro che registra un +69% rispetto alla media nazionale. Siracusa è il capoluogo italiano dove i cittadini spendono di più per smaltire i propri rifiuti.

“Sono dati che parlano chiaro, anzi chiarissimo – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – è evidente che molti comuni, per far fronte ai tagli ai trasferimenti pubblici che da anni hanno ridotto al lumicino i propri bilanci, abbiano trovato nella Tari un modo facile per recuperare i denari mancanti all’appello. E i cittadini pagano”.

“Tale obiettivo – chiarisce La Rosa – potrà essere raggiunto grazie alle nuove competenze attribuite all’Aeegsi che diventeranno operative non appena verrà varato il testo unico dei servizi locali. In queste settimane, poi, a Palermo è in preparazione la nuova legge regionale sui rifiuti che si spera darà un ruolo centrale alle associazioni dei consumatori promuovendo la partecipazione e il controllo della qualità dei servizi”.

Federconsumatori, però, non dimentica che mentre si discute della nuova legge sui rifiuti quella attualmente in vigore in Sicilia è ampiamente inapplicata. La posizione dell’associazione è chiara: scrivere e applicare in fretta una legge regionale ispirata, come chiede l’Unione Europea, ai criteri dell’economia circolare. Cioè favorire la produzione e il consumo di prodotti a basso impatto ambientale, il cui processo produttivo porti alla creazione della minor quantità possibile di rifiuti. Una volta raggiunto questo obbiettivo, infatti, la quantità di rifiuti prodotti e i costi che i cittadini dovranno pagare per smaltirli verranno nettamente abbattuti.

 

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