Messina: Cgil, “Accorinti sull’assistenza ai disabili prenda esempio da Bianco e Orlando”

Prosegue nella provincia di Messina il problema del servizio di assistenza ai disabili che frequentano le scuole di competenza della città metropolitana. E la Fp Cgil invita Accorinti a prendere esempio dai colleghi Orlando e Bianco, rispettivamente sindaci di Palermo e Catania.

“Non possiamo fare a meno di sottolineare l’inadeguatezza del sindaco metropolitano Renato Accorinti nell’affrontare le emergenze e a tutelare le persone deboli”. Così commentano la vicenda Clara Crocè, segretaria del sindacato ed Elena De Pasquale, responsabile del dipartimento terzo settore e Gianluca Gangemi, coordinatore del settore.

“Mentre gli altri sindaci metropolitani hanno trovato delle soluzioni per non lasciare i ragazzi disabili che frequentano le scuole medie superiori senza assistenza igienico sanitaria, il sindaco Renato Accorinti ha lasciato nella disperazione i genitori dei ragazzi disabili che non possono lasciare i ragazzi privi dell’aiuto necessario a poter vivere dignitosamente la loro esistenza. Per tutta risposta, da parte del primo cittadino, solo silenzio”.

Situazione diametralmente opposta a quella di Palermo dove, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il servizio è regolarmente ripreso perché il sindaco Metropolitano Leuluca Orlando, secondo quanto riportato dagli organi di stampa , ha deciso, con un provvedimento urgente, di anticipare le somme necessarie per  garantire l’assistenza  igienico personale dal 14 settembre fino al 31 dicembre ai 416  studenti. Ciò stanziando la somma 1.050.235,56 euro.

“In sostanza – spiegano la segretaria generale della FP CGIL, Clara Crocè, la responsabile del terzo settore, Elena De Pasquale e il coordinatore Gianluca Gangemi – in attesa che l’ARS torni in aula  per sbloccare i fondi per le ex province, la città metropolitana di Palermo si è sostituita alla Regione anticipando le somme, che verranno chieste indietro. Ciò perché la materia dell’assistenza agli studenti è stata delegata dalla Regione agli enti intermedi, ma senza che a questo corrispondesse un trasferimento delle somme necessarie”.  E questo nonostante la Corte Costituzionale, con una sentenza dello scorso gennaio, abbia invece ribadito il principio secondo cui si possono attribuire funzioni agli enti locali solo se si garantiscono anche le risorse per erogarli.

La FP CGIL aggiunge poi come lo stesso esempio riguardi la città di Catania, dove nei giorni scorsi il sindaco Enzo Bianco ha recepito le richieste dei sindacati. Quest’ultimi, sempre secondo quanto riportato dalla stampa hanno “plaudito alla decisione del sindaco di attivare al tavolo permanente di confronto anche l’ufficio scolastico provinciale”.

Alla luce di quanto avvenuto nel resto della Sicilia, quindi, la Funzione pubblica della CGIL “chiede l’immediata adozione di provvedimenti che possano garantire da subito l’assistenza ai ragazzi disabili. Diversamente sarà inevitabile la protesta insieme ai genitori dei ragazzi. Molti dei quali – evidenziano i rappresentanti sindacali – colti dalla disperazione di non poter garantire ai loro figli il sostegno di cui necessitano, stanno avanzando proposte di “lavoro” agli stessi operatori: in alcuni casi chiedendo un aiuto volontario, in altri casi rendendosi disponibile a pagare persino 300 euro mensili. Tutto ciò denota una condizione di profondo malessere a cui bisogna mettere al più presto la parola fine”.

Sotto il profilo più strettamente tecnico, invece, il sindacato chiede ad Accorinti spiegazioni sul perché il servizio in questione sia stato affidato alla cooperativa Vivere Insieme, in associazione con la Tirrenia 96, considerato che la stessa Vivere Insieme fa parte del Consorzio Progetto Vita che ha in essere un contenzioso con l’ex-Provincia.

L’appello finale viene invece rivolto all’Ars: “Alla deputazione regionale lanciamo un monito –conclude Clara Crocè -: lo spettacolo di questi giorni è davvero poco edificante ed offensivo per chi veramente vive la quotidiana angoscia di non poter aiutare i propri figli. Mentre in aula infatti si litiga, il popolo siciliano affonda sempre di più nella disperazione e nello sconforto”.

 

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