Catania: “Black tie”, 4 arresti per usura e tentata estorsione

Quattro persone sono state arrestate questa mattina all’alba dagli agenti della polizia di Stato di Catania che hanno così eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip lo scorso 3 settembre nell’ambito dell’operazione anti usura ed estorsione denominata “black tie”.

Le manette sono scattate ai polsi di 4 persone. Si tratta di Concetta Salici, 62 anni; Gaetano Bellia, 34enne pregiudicato attualmente detenuto al carcere di Catania Bicocca; Giovanni salici, 52enne pregiudicato ed Emanuela Valentina Aquilino, 29 anni, per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari.

I quattro devono rispondere, a vario titolo, di usura e tentata estorsione con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e omertà per la loro appartenenza alla famiglia mafiosa Cappello-Bonaccorsi e di aver commesso il reato in danno di soggetti che versavano in stato di bisogno.

Le indagini erano state avviate ad ottobre del 2015 su delega della DDA di Catania nei confronti dei fratelli Gaetano e Attilio Bellia, noti esponenti del clan mafioso, entrambi arrestati il 24 novembre del 2015 nell’operazione denominata Revenge 5.

Già con l’operazione Revenge era emerso un giro vorticoso di denaro tra i fratelli e la madre Concetta Salici. Una circostanza che, secondo gli inquirenti, avvalorata dal rinvenimento di numerosi assegni post datati privi dei nomi dei beneficiari e di alcuni titoli cambiari.

Concetta Salici coordinava le attività illecite del gruppo criminale con la collaborazione del figlio Gaetano Bellia, della convivente di quest’ultimo, Emanuela Aquilino e del fratello Giovanni Salici. Insomma, l’intera famiglia era dedita all’usura e alla tentata estorsione.

A rivolgersi ai Salici erano persone che si trovavano in condizioni economiche disagiate che chiedevano loro un prestito che poi veniva restituito con interessi fino al 30% mensile. In caso di eventuali ritardo nel pagamento delle rate del prestito, Gaetano Bellia e talvolta anche Giovanni Salici, minacciavano le vittime.

Al momento ai quattro vengono contestati soltanto tre episodi di usura. Nel corso delle indagini sono state indagate altre 7 persone per favoreggiamento personale per aver aiutato Salici e Bellia fornendo dichiarazioni non veritiere durante le investigazioni condotte dagli agenti della squadra mobile.

La Salici quale istigatrice e al figlio Bellia, in qualità di esecutore materiale, è contestata anche una tentata estorsione in concorso. La donna si trova adesso agli arresti domiciliari. Nella sua casa sono stati trovati un foglio manoscritto su cui erano annotate cifre e nominativi. La donna inoltre aveva indosso due assegni con l’importo, la firma del traente ma non l’indicazione del beneficiario. Un altro assegno è stato sequestrato dopo una perquisizione domiciliare nell’abitazione di Emanuela Valentina Aquilino.

Maria Chiara Ferraù

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