Tortorici (Me): in migliaia per la fiaccolata in ricordo di Gaetano – LE FOTO

Affetto, solidarietà, rispetto. Un paese intero che si stringe attorno al dolore di una famiglia per la perdita di un figlio di soli 20 anni. Questa è la comunità di Tortorici che questa sera, ad una settimana esatta dalla morte di Gaetano Galbato, ha organizzato una fiaccolata in sua memoria. Centinaia di candele accese hanno illuminato le strade del centro nebroideo in una processione ordinata, silenziosa, ammantata dal dolore per la perdita di uno dei suoi figli, un ragazzo che a soli 20 anni, uscito da casa per trascorrere la giornata di Ferragosto in compagnia di amici, non è più tornato ad abbracciare i genitori e il fratello.

Un corteo silenzioso che è partito dalla centrale piazza Faranda per arrivare al cimitero, alla tomba di Gaetano, per un ulteriore tributo ad un ragazzo pieno di vita, solare, allegro, lavoratore e con le passioni per il calcio e la moto. Proprio in sella alla sua moto ha perso la vita il 15 agosto nelle campagne di Tortorici in località Cartolari. Mentre scorrazzava insieme ai suoi amici si è scontrato con una mucca ed è stato sbalzato dalla sella della sua moto da cross finendo su una staccionata.

Un dolore straziante per la famiglia e l’intera comunità che una settimana fa in un silenzio surreale ha atteso l’arrivo del feretro in piazza e da quel momento non ha mai abbandonato la famiglia. La manifestazione di ieri è stata un attestato di solidarietà e affetto nei confronti di un ragazzo che ha perso la vita troppo presto in un incidente assurdo e per una famiglia devastata dal dolore.

Il giorno dei funerali di Gaetano l’intero paese ha preso parte alla cerimonia funebre e tutti i commercianti hanno proclamato il lutto cittadino spontaneo. Questa sera al cimitero parenti, amici e semplici conoscenti hanno salutato ancora una volta Gaetano, ricordandolo con le sue parole che accompagnano la sua foto sullo striscione che ha aperto il corteo: “Le cose belle insegnano ad amare la vita, quelle brutte a saperla vivere”.

Maria Chiara Ferraù

Foto Roberta Bivacqua

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