Messina: marocchino accoltellato a Maregrosso, fermato un connazionale

Sarebbe stato il connazionale Mohamed Mazouz ad accoltellare il marocchino  El quadani accoltellato qualche giorno fa a Messina in un capannone.

Il fermo è stato disposto dal pm sostituto della Repubblica Francesco Massaro. L’uomo avrebbe accoltellato il connazionale marocchino all’interno del cantiere polifunzionale di Maregrosso a Messina.

Quella sera a lanciare l’allarma al 112 sono stati alcuni residenti della zona, richiamati dalle urla provenienti dalla struttura in disuso. Sul posto erano intervenuti i carabinieri che hanno trovato la giovane vittima riversa, sanguinante, su uno dei materassi su cui trovano ricovero diversi stranieri che si ritrovano senza un posto dove dormire. I connazionali del ferito che avrebbero assistito all’aggressione si erano immediatamente dileguati.

Le condizioni della vittima sono apparse subito molto gravi e l’immediato soccorso da parte dei sanitari del 118 ha consentito probabilmente di salvarlo. È stato sottoposto d’urgenza ad un delicato intervento di chirurgia vascolare e toracica per fermare la copiosa emorragia e saturare gli importanti vasi lesionati.

A destare particolare preoccupazione è stata anche la lesione della trachea che ha fatto affluire ai polmoni molto sangue. Adesso la vittima si trova all’ospedale Papardo ancora in prognosi riservata nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni sono ancora molto gravi e non  scampato il pericolo per la sua vita.

Prima di perdere conoscenza il giovane marocchino era riuscito a dire ai carabinieri intervenuti di essere stato colpito con una forbice. Da qui sono partite le indagini alla ricerca di eventuali testimoni e per comprendere la personalità e la gente che frequentava la vittima.

Non c’erano purtroppo ausili di sistemi di videosorveglianza essendo la zona di Maregrosso abbandonata. Da un accurato sopralluogo, però, sono emersi diversi particolari rivelatisi importanti per le indagini. A partire dal fatto che la struttura abbandonata è diventata dormitorio di stranieri senza fissa dimora e che sul posto erano presenti numerosi effetti personali probabilmente di chi era presente al momento della lite. È apparso evidente agli investigatori che alcuni degli stranieri lì presenti si fossero dati alla fuga in tutta fretta, lasciando accanto al proprio posto letto cellulari, agendine con appunti, pacchetti di sigarette, scarpe ed altri oggetti personali.

Lo studio delle abbondanti tracce di sangue, accuratamente repertate ed analizzate nell’eventualitàà che nella colluttazione fosse rimasto ferito anche l’aggressore, insieme al rinvenimento di alcuni effetti personali che l’accoltellatore ha perso durante la colluttazione, gli investigatori sono riusciti a risalire con precisione alla dinamica e al punto esatto in cui è avvenuto il ferimento.

Sono stati ritrovati,, infatti, un telefono cellulare che è risultato appartenere a Mazouz ed un sigaro fumato a metà. Frattanto la serrata ed ininterrotta corsa all’identificazione e al rintraccio di tutti gli extracomunitari che hanno dormito sui materassi e che potevano essere presenti  al cantiere al momento del ferimento, ha portato alla loro individuazione ed all’acquisizione di testimonianze utili a chiarire i fatti.

E’ emerso inoltre un rapporto particolare proprio con Mazouz che conosceva l’aggressore. Tra di loro negli ultimi tempi c’erano screzi per motivi futili che spesso degeneravano in vere e proprie liti anche a causa dell’abuso di sostanze alcoliche di uno dei due. Così Mohamed Mazouz, ricercato dai carabinieri fin dalla notte dell’aggressione, ha deciso di presentarsi spontaneamente agli inquirenti.

L’uomo, bracciante agricolo occasionale senza precedenti penali, interrogato fino a tarda sera negli uffici della stazione di Messina Gazzi dal pm e dai carabinieri del nucleo operativo di Messina sud, ha spiegato i motivi dell’accaduto fornendo la propria versione dei fatti.

Il ferimento sarebbe stato scaturito dalla frenetica dinamica della colluttazione dopo l’ennesima lite per futili motivi. Sui particolari esatti dell’accaduto vige ancora il massimo riserbo.

Mazouz, resosi conto della gravità di quanto accaduto sarebbe scappato per paura delle conseguenze perdendo le forbici utilizzate per ferire l’amico, durante la fuga. La forbice da potatura che l’uomo utilizzava nel suo lavoro però non è ancora stata ritrovata dagli inquirenti.

Quando si era consegnato ai carabinieri l’uomo non era a conoscenza delle gravissimi condizioni di salute del connazionale. Ritenuto responsabile del reato di tentato omicidio, Mazouz è stato fermato e ristretto nel carcere di Messina GAzzi dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Maria Chiara Ferraù

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