Palermo: sequestrati beni e aziende all’imprenditore Alamia

Beni immobili, terreni, imprese, conti correnti, automobili e altro, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro, sono stati sequestrati all’imprenditore palermitano Francesco Paolo Alamia dagli agenti della guardia di finanza del capoluogo siciliano, in esecuzione di un provvedimento del tribunale di Palermo.

Sigilli a più di 100 tra immobili e terreni, 3 imprese, 21 rapporti finanziari con disponibilità liquide pari a 900 mila euro  e 5 automobili. L’attività nei confronti del costruttore di Villabate, ritenuto socialmente pericoloso per il suo ruolo svolto in passato di imprenditore agli ordini della criminalità, pur non essendo mai stato condannato per associazione di stampo mafioso.

Alamia, negli anni Settanta e Ottanta, era considerato socio e prestanome di Vito Ciancimino e vicino al killer più spietato di cosa nostra, Pino Greco di Ciaculli, detto scarpuzzedda. In quegli anni era stato azionista di controllo e rappresentante della storica INIM, internazionale immobiliare spa costituita a Palermo nel 1976 e poi trasferita a Milano, considerata all’epoca il terzo gruppo italiano in campo immobiliare.

Nei primi anni ottanta, l’imprenditore Alamia è stato indicato dagli indagati e coimputati Filippo Alberto Rapisarda, Rocco Remo Morgano, Gioacchino Pennino e Tullio Cannella, come soggetto di riferimento dei mafiosi Provenzano, Riina e Ciancimino.

Dopo le dichiarazioni rese alla giustizia da Massimo Ciancimino, figlio del sindaco mafioso di Palermo, Alamia viene indagato per associazione mafiosa  nello stesso procedimento che vide alla sbarra il politico Marcello Dell’Utri, successivamente condannato. Le indagini dimostrarono come Alamia avesse finanziato un’iniziativa di Rapisarda e che tale operazione sia stata condotta con la mediazione di Dell’Utri.

In epoca più recente ulteriori dichiarazioni di Massimo Ciancimino e Francesco Campanella, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa dell’imprenditore Antonio Maiorana e del figlio nel 2007, l’attività si rivolse nuovamente su Alamia verso cui l’imprenditore scomparso aveva rivolto la sua attenzione in merito ad alcune attività edilizie.

Maria Chiara Ferraù

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