Palermo: processo “Apocalisse”, condanne per 550 anni, i particolari

Sono più di 550 gli anni di carcere inflitti dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Palermo, Giuseppina Cipolla, agli uomini coinvolti nell’operazione “Apocalisse” e che, secondo l’accusa, avevano raccolto le macerie del dopo Lo Piccolo e gestivano gli “affari mafiosi” dei più importanti mandamenti del capoluogo siciliano. 

Con l’operazione Apocalisse, condotta nel giugno 2014, finirono in carcere 95 tra boss e gregari dei due mandamenti Tommaso Natale/San Lorenzo e Resuttana. 

Dalle indagini della Dda è emersa la nuova mappa del potere. Al vertice c’era Girolamo Biondino, indicato come il capomafia di Tommaso Natale del quartiere San Lorenzo. Girolamo è fratello di Salvatore, ex autista di Totò Riina, il capo dei capi. APpena sotto BIondino si trova Giuseppe Fricano, indicato dagli inquirenti come il reggente di Resuttana.

La nuova mafia palermitana sarebbe anche rappresentata da Tommaso Contino, reggente della famiglia di Partanna MOndello e Silvio Guerrera di Cardillo. A Sferracavallo, invece, si sarebbero succeduti Andrea Luparello, Giuseppe Battaglia e Gioacchino Favaloro. Vito Galatolo, FIlippo e Agostino Matassa, invece, all’Acquasanta. Gaetano Ciaramitaro alla Marinella, mentre i capi all’Arenella sarebbero stati PIetro Magrì e Gregorio Palazzotto. A dirigere la famiglia mafiosa di Pallavicino-Zen sarebbero stati Sandro Diele e Onofrio Terracchio. Infine, a Torretta, a comandare sarebbe stato Angelo Gallina. 

A Palermo i gruppi mafiosi esercitano un controllo capillare del territorio, controllando capillarmente i commercianti. ALcuni di loro sono finiti nel libro mastro chiamato “papello”, Nei due mandamenti principali il pizzo resta la principale fonte di sostentamento della mafia. Ma dietro la mafia anche migliaia di macchinette mangia soldi in bar, ristoranti e tabaccherie.

Di seguito il dettaglio delle condanne disposte dal Gup.

Epifano Aiello (8 anni e 8 mesi), Domenico Baglione (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Battaglia (8 anni), Giovanni Beone (10 anni), Girolamo Biondino (14 anni), Giuseppe Bonura (8 anni e 8 mesi), Giovanni Cacciatore (9 anni e 4 mesi), Francesco Caporrimo (8 anni),  Marco Carollo (4 anni e 8 mesi),  Antonino Ciaramitaro (6 anni), Domenico Ciaramitaro (2 anni in continuazione), Gaetano Ciaramitaro (10 anni), Davide Contino (2 anni), Tommaso Contino (20 anni), Salvatore Coppola (2 anni), Francesco D’Alessandro (13 anni e 4 mesi), Salvatore D’Alessandro (9 anni e 4 mesi), Guido D’Angelo (10 anni e 8 mesi), Giuseppe Fabio Davì (9 anni e 4 mesi),  Antonio Di Maggio (11 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente condanna), Nicolò Di Maio (15 anni e 4 mesi),  Sandro Diele (17 anni e 8 mesi),  Gioacchino Favaloro (8 anni e 10 mesi),   Lorenzo Flauto (10 anni e 8 mesi), Pietro Franzetti (2 anni), Giuseppe Fricano (14 anni), Vito Galatolo (6 anni e 8 mesi), Angelo Gallina (8 anni e otto mesi), Melchiorre Gennaro (1 anno e 4 mesi),   Nicola Geraci (8 anni), Francesco Graziano (2 anni), Roberto Graziano (9 anni e 4 mesi), Camillo Graziano (9 anni e 4 mesi), Santo Graziano (8 anni e 8 mesi), Vincenzo Graziano (10 anni), Silvio Guerrera (10 anni), Gioacchino Intravaia (9 anni e 4 mesi), Avni Kpuzf (2 anni),  Rosario Li Vigni (1 anno e 4 mesi), Luigi Li Volsi (assolto, difeso dall’avvocato Vincenzo Zummo), Paolo Lo Iacono (12 anni e 4 mesi), Giuseppe Lombardo (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Lucà (8 anni), Pietro Magrì (8 anni),  Serafino Maranzano (3 anni e 8 mesi), Teresa Marino (assolta), Filippo Matassa (12 anni e 8 mesi), Salvatore Mendola (8 anni e 8 mesi), Francesco Militano (8 anni e 8 mesi), Marco Mineo (assolto, difeso dall’avvocato Marco Clementi), Domenico Palazzotto (20 anni), Gregorio Palazzotto (20 anni), Michele Pillitteri (classe 1960, 10 anni), Emilio Pizzurro (10 anni e 8 mesi),Marcello Puccio (8 anni e 8 mesi), Ignazio Romano (2 anni), Roberto Sardisco (10 anni e 4 mesi), Antonino Siragusa (8 anni e 8 mesi), Luigi Siragusa (9 anni e 4 mesi), Onofrio Terracchio (19 anni e 8 mesi), Aurelio Valguarnera (3 anni e 6 mesi), Calogero Ventimiglia (12 anni e 8 mesi), Giovanni Vitale (8 anni e 4 mesi).

Assolti, invece:

Maurizio Bonfiglio (difeso dall’avvocato Massimiliano Molfettini)

Giulio Caporrimo (difeso dall’avvocato Giovanni Di Benedetto)

Alessio Cariello (difeso dall’avvocato Cannata)

Daiana De Lisi (difesa dall’avvocato Sapienza)

Salvatore Lanzafame (difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana)

Tommaso Bartolo Genovese (difeso dall’avvocato Antonio Turrisi)

Roberto Flauto (difeso dall’avvocato Salvo Priola)

Filippo Di Pisa (difeso dall’avvocato Antonio Sottosanti)

Ciro Enea (difeso dall’avvocato Carlo Catuogno)

Erasmo Enea (difeso dagli avvocati Sanseverino e Giacopino)

Carmelo Farnese (difeso dagli avvocati Vincenzo Giambruno e Salvatore Guggino)

Francesco Ferrante (difeso dall’avvocato Rusciano)

Gianluca Flauto (difeso dall’avvocato Giovanni Di Benedetto)

Carlo Lucio Ginestra (difeso dall’avvocato Mimmo La Blasca)

Sergio Ilardi ( difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici)

Angelo Lo Presti (avvocato La Rosa)

Antonino Spina (difeso dall’avvocato Valerio Vianello)

Antonino Tarallo (difeso dall’avvocato Filippo Gallina)

Francesco Paolo Mangano (difeso dall’avvocato Naimo)

Davide Catalano (avvocati Claudio Gallina Montana e Francesca Russo)

Leonardo Marino (difeso dall’avvocato Michle Rubino)

Aurelio Puccio (difeso dall’avvocato Pipitone)

Leandro Puccio 

Domenico Serio (difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Luca Cianferoni)

Leonardo Clemente (difeso dagli avvocati Tommaso De Lisi e Massimiliano Molfettini)

Domenico Consiglio (avvocati Pirrello e Nico Riccobene)

Carmelo Meli (difeso dagli avvocati Claudia Gasperi e Giuseppe La Barbera)

Pietro Mineo (difeso dall’avvocato Salvatore Centineo)

Salvatore Mineo (difeso dall’avvocato Clementi)

Serafino Piazzese (difeso dall’avvocato Concetta Rubino)

Salvatore Picone (difeso dall’avvocato Adamo)

Antonino Salerno (difeso dall’avvocato Vincenzo Giambruno),

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risarcimento danni per Addiopizzo, Fai, Confindustria, Confcommercio e soprattutto per i quindici commercianti che si erano ribellati al pizzo imposto a tappeto

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