Tortorici (Me): il mistero dell’eredità “scomparsa”

Una strana storia. Una di quelle che si pensa possano accadere solo nei film. Una donna muore e non lascia marito o figli, ma solo un cugino che vive nello stesso paese. Ha un’ingente somma di denaro in libretti postali che scompare misteriosamente. E poi il Comune che attesterebbe che la defunta non ha lasciato eredi. Una anomalia quanto mai sospetta. La vicenda è accaduta a Tortorici. Protagonista è Salvatore Franchina Pagliero che, dopo la morte della cugina avvenuta ad aprile del 2015, si era occupato di tutte le questioni inerenti l’eredità.

Quando l’anziana parente era ancora in vita gli aveva parlato dell’esistenza di libretti postali e di un conto corrente. Qualche mese dopo la morte dell’anziana, Franchina Pagliero casualmente aveva appreso, proprio presso l’ufficio postale del centro nebroideo, dell’esistenza di un conto corrente dal quale erano state prelevate consistenti somme di denaro da qualcuno. I soldi erano spariti anche dal libretto cointestato con una terza persona la quale avrebbe prodotto una certificazione rilasciata dal comune sulla mancanza di parenti della persona morta. Il certificato da parte dell’amministrazione comunale oricense Franchina Pagliero non l’ha mai visto materialmente. Ha saputo della sua esistenza soltanto per aver parlato con il direttore dell’ufficio postale di Tortorici.

Adesso l’uomo vuole vederci chiaro in una vicenda che gli pare quantomeno paradossale. Così lo scorso agosto Franchina Pagliero presenta una denuncia alla procura di Patti per chiedere che venga perseguita l’appropriazione indebita. Ma soprattutto l’uomo vuole comprendere se sia vero e come sia stato possibile che il comune abbia rilasciato un certificato in cui si attesti falsamente la mancanza di parenti della defunta.

In questi mesi attraverso il proprio legale di fiducia, Decimo Lo Presti, il cittadino oricense ha chiesto a Poste Italiane tutta la documentazione relativa ai conti correnti intestati alla cugina e l’identità di chi ha riscosso le somme alla sua morte. Ma da Poste Italiane continuano ad arrivare, dopo sei mesi, richieste di documentazioni per accedere alla documentazione. “Non comprendo – afferma Franchina Pagliero – come l’ufficio non si sia fatto problemi a consegnare il denaro di mia cugina sulla base della presentazione di un semplice certificato che non ho potuto vedere e che a me chieda la produzione di continui atti”.

Maria Chiara Ferraù

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