Messina: estorsioni e furto aggravato, un arresto per sconto pena

Dovrà scontare una pena a 7 anni e 9 mesi di reclusione per i reati di estorsione in concorso, simulazione di reato, rapina e furto aggravato commessi a Messina in diversi momenti, Francesco Armando, arrestato alle prime ore di oggi dai carabinieri della stazione di Messina Tremestieri.

I primi reati risalgono al 2003 quando a Santa Lucia del Mela, con la complicità di una donna, aveva costretto un uomo sotto violenze e minacce, a cedere i proventi dell’affitto dei propri beni. La vittima, benestante, proprietario di beni immobili e terreni, affetto da una grave malattia, aveva conosciuto nel 1998 la donna di cui si era invaghito. Lei, bella e indigente, ha bisogno di sostegno economico e riesce presto ad ottenere donazioni in regali o denaro, tra cui anche un’auto costosa. In quel periodo la donna conosce Francesco Armando e convince la vittima ad ospitare il suo nuovo “amico” con il pretesto di fornire un supporto nelle quotidiane esigenze di vita, rese difficili dalla malattia sofferta dall’uomo.

Francesco Armando, originario di Palermo, accudisce prima la vittima, ma dopo 10 giorni iniziano le richieste di un compenso mensile per i servizi svolti. All’apparenza un normale accordo di lavoro. Ma è solo l’inizio di un incubo per la vittima a cui vengono sottratti i proventi dell’affitto di numerosi appartamenti e la pensione per intero. Alla vittima addirittura restano soltanto pochi euro al mese.

L’anziano si lamenta più volte con la donna per questa situazione, ma sempre lei risponde che se avesse continuato con le sue richieste lo avrebbe lasciato per sempre e lui non l’avrebbe vista mai più. L’uomo raggiunge però un limite di sopportazione  e intima al palermitano di lasciare la propria abitazione. Per andarsene di casa ,Francesco Armando vuole 26 mila euro a titolo di risarcimento per il lavoro che aveva abbandonato per poterlo assistere, più 15.000 euro che, a detta del palermitano, gli aveva “prestato”. Al momento della consegna del denaro, però, ad attenderlo c’erano i carabinieri ai quali la vittima si è finalmente rivolto.

La pena per simulazione di reato, invece, si riferisce a fatti avvenuti a Messina a dicembre del 2004 quando Armando ha presentato ai carabinieri di Tremestieri una denuncia di furto della propria auto, in realtà distrutta in un incidente stradale sulla statale 114 all’altezza di Giampilieri.

Nell’agosto del 2007, invece, Armando insieme ad un complice, si era reso responsabile di rapina e furto aggravato ai danni dell’Autogrill dell’area di servizio di Tremestieri impossessandosi di oltre 2.000 euro di merce, minacciando di morte il personale e poi scappare. Una pattuglia dei carabinieri li ha intercettati e bloccati all’uscita dell’area di sosta.

Maria Chiara Ferraù

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