Catania: il dramma del piccolo Daniel, il padre “voglio sapere la verità”

Il loro figlio è morto nel grembo della madre e loro non lo hanno potuto nemmeno vedere. È la triste vicenda di Daniel, il neonato morto all’ospedaleG Garibaldi di Nesima. La storia di questa famiglia inizia l’otto gennaio quando la donna, alla trentanovesima settimana di gravidanza, va al pronto soccorso dell’ospedale dicendo ai medici di non sentire più il proprio bambino nel grembo.

A quanto detto dai genitori, i medici avrebbero eseguito un tracciato dicendo che la gravidanza procedeva normalmente e che potevano rientrare a casa. Tre giorni dopo, l’undici gennaio, Maria Elisabetta accusa dei dolori animali e insieme al marito corrono all’ospedale Garibaldi. I medici iniziano ad eseguire il tracciato per poi dire che la macchina ha un guasto, nonostante avessero eseguito altri esami del genere ad altre donne.  Al pronto soccorso arriva un’altra rassicurazione: “è tutto a posto”.

Una settimana dopo, il 18 gennaio, la donna si sottopone ad un altro tracciato. Non si riscontrano segni vitali del piccolo Daniel che muore nel grembo materno. La donna  viene ricoverata per le procedure di espulsione del feto. Feto che il padre chiede di vedere, ma a cui viene negata questa richiesta. È da qui che l’uomo si mette in contatto con i propri legali che gli consigliano di effettuare un esposto ai carabinieri.

Voglio sapere tutta la verità su questa storia – voglio sapere perché mio figlio è morto” l’appello di Pierpaolo, padre di Daniel. Il 20 gennaio scorso, subito dopo la denuncia, è stata aperta un’indagine dalla procura di Catania. I due genitori, assistiti dal penalista Christian Petrina e dal civilista Fabio Di Prima, stanno seguendo gli accertamenti disposti dal pubblico ministero Alessandro Fragalà. È stata già sequestrata la cartella clinica e gli inquirenti stanno approfondendo le indagini sulla documentazione richiesta. Intanto i genitori del piccolo Daniel attendono la restituzione della salma per poter organizzare i funerali del figlio che non ha mai visto la luce.

Maria Chiara Ferraù

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