Messina: audizione del sindaco di Furnari alla commissione bicamerale d’inchiesta

Il sindaco di Furnari avv. Mario Foti è stato sentito dalla Commissione Bicamerale d’Inchiesta sul ciclo illecito dei rifiuti nella seduta del 14 aprile 2015 svoltasi alla Prefettura di Messina. Alla medesima Commissione ha allegato documenti e rappresentato una sintesi cronologica degli eventi, che hanno caratterizzato il fatto della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea con le relative conclusioni. Nel memorandum, contrassegnato da una prima parte delle vicende a partire dal 17 gennaio 2014 fino al 25 febbraio 2015 in cui, a seguito del commissariamento della società TirrenoAmbiente spa nonché dell’adozione di misure idonee alla messa in sicurezza della discarica, due conferenze di servizio aventi ad oggetto la richiesta di autorizzazione per l’impianto di biostabilizzazione e di percolato, richieste dalla stessa TirrenoAmbiente, hanno ottenuto il parere istruttorio negativo dai competenti uffici del Dipartimento Acque e Rifiuti e da gran parte degli organi, che alle medesime hanno partecipato, con la revoca delle autorizzazioniDiscarica di Mazzarra SantAndrea per l’impianto di percolato. Il primo cittadino furnarese ha in seguito avanzato le sue considerazioni definendo “l’intera vicenda costellata da una vergognosa elusione d’ogni vigilanza e controllo da parte di organi istituzionali, che avrebbero avuto il compito di vigilare ed intervenire. L’enorme massa di rifiuti, abbancata nella discarica di Mazzarrà sulla scorta di autorizzazioni irregolari rilasciate da compiacenti organi regionali e provinciali, ha portato ad un serio rischio di crollo e di pericolo dell’invaso, costituendo un serio pericolo per la gestione del percolato. La raccolta differenziata inoltre non è mai partita per il palese conflitto di interessi tra TirrenoAmbiente e GESENU, poiché, dovendosi attenersi ai parametri della legge Ronchi, non è effettuata alimentando così i profitti della società gestatrice l’invaso di Mazzarrà. Di conseguenza si è maturato un così enorme debito dell’ATOME2 che i 38 Comuni soci sono chiamati in giudizio da parte della GESENU Spa innanzi al Tribunale di Perugia nel giudizio civile. La chiusura della discarica di Mazzarrà consente adesso di fare partire finalmente il ciclo virtuoso della raccolta differenziata che con la separazione a monte dei rifiuti, fatta dai singoli utenti, non consente d’ingrassare gli interessi illeciti e sovente criminali di chi gestisce il trasporto dei rifiuti verso l’invaso gestito dalla società mista quasi come fosse una società privata. La sua sicurezza è tuttavia messa a repentaglio, poiché, procedendo la TirrenoAmbiente a licenziamenti del personale dipendente e dichiarando di non avere risorse per mettere in sicurezza la discarica, si rischia che siffatta bomba ecologica sia lasciata al suo destino senza alcuna certezza sulla sicurezza dell’invaso distante appena 400 metri in linea d’aria dal centro del Comune di Furnari ed 800 metri dalla foce del Mar Tirreno in una zona ad alta densità turistica. La TirrenoAmbiente dimostra di non possedere i requisiti per continuare nella gestione dell’invaso per le gravi responsabilità nella vicenda in questione: in particolare, una gravissima situazione è rappresentata dalla sospetta gestione del percolato prodotto nel corso degli anni nell’impianto e dai flussi che, mentre in un primo periodo appaiono minimi e sorprendentemente inferiori alla norma, negli ultimi tempi elevati e rilevanti. Come più volte richiesto dal Comune di Furnari, deve essere commissariata ed occorre un immediato intervento delle istituzioni per procedere al suo commissariamento”. Il primo cittadino Foti sostiene in forza dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, che stabilisce il diritto di ogni persona alla propria vita e per la quale non può esservi ingerenza d’una autorità pubblica a meno che essa sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui, la necessità del Comune da lui amministrato a difendere il diritto alla salute dei suoi cittadini ed il diritto alla salubrità dell’ambiente da realizzarsi in tutte le sedi, istituzionali e giudiziarie, anche europee. Per lui “solo l’opera meritoria dell’ex Assessore Regionale dr. Nicolò Marino, che ha spostato le competenze dell’Assessorato al Territorio a quello di sua delega, ha interrotto fatti di presunta corruzione da parte di funzionari regionali e poi l’istituzione di una Commissione Ispettiva hanno consentito di fare chiarezza sugli enormi affari della discarica e le illegittime autorizzazioni a suo tempo conferito in una vicenda allucinante non degna di un Paese civile, sovente condannato dalla Unione Europea. A prescindere dalle future vicende e considerato che il sito non può essere abbandonato a se stesso, ne discende che comunque la Regione Siciliana dovrebbe introitare le somme per le bonifiche e gestioni, che si ripercuotono positivamente sotto il profilo del mantenimento dei livelli occupazionali. La situazione di carenza di titolo concessorio sotto il profilo urbanistico, contestata dall’Ufficio Tecnico del Comune di Mazzarrà, che si condivide, le cui responsabilità ricadono sulla gestione societaria dell’invaso, impongono una situazione oggettiva di allarme e pericolo alla pubblica incolumità, soprattutto perché  sussistono tutti gli elementi per parlare di un vero e proprio disastro ambientale nel territorio”. Egli ha dunque chiesto, oltre un’adeguata valutazione dei fatto oggetto di indagine, un sollecito intervento della Commissione nelle opportune sedi istituzionali affinché tale grave situazione possa evitare l’insorgenza d’ogni possibile ed ulteriore grave pericolo per la popolazione residente.

Rodrigo Foti

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