Catania: in scena “Napoli milionaria”

Tutte le guerre lasciano dietro di sé morte, orrore, distruzione. Ma anche un decadimento dei valori morali ed etici. La storia, maestra di vita, lo insegna. Ma anche nei periodi più bui dell’umanità può germogliare un seme di speranza e, perché no, una lezione di vita, di quelle che non si dimenticano. Il grande Eduardo De Filippo ha saputo ben coniugare tutti questi profili nella celeberrima commedia in tre atti “Napoli Milionaria”, andata in scena al teatro Don bosco di Catania nell’ambito del cartellone proposto dalla compagnia Liotru e curato dalla direzione artistica di Franco Blundo.

Un autentico omaggio all’autore campano seppur trasposto in un contesto tipicamente siciliano, senza per tale motivo avere travisato lo spirito che anima il canovaccio della messinscena.

Il sodalizio artistico etneo, con la sapiente regia di Enrico Pezzino, ha saputo toccare le giuste corde dell’animo del numeroso pubblico intervenuto. Mattatore sulla scena l’attore Aldo Failla: intensa, e in certi frangenti commovente, l’interpretazione del personaggio Giovanni, pater familias di un nucleo familiare costretto a districarsi tra le quotidiane difficoltà di una città sottoposta ai bombardamenti aerei. La moglie Santa (Annamaria Di Bari) ed il figlio Amedeo (Giovanni Bonaventura), insieme ai rispettivi soci in affari Enrico (Corrado Massara) e Peppe Crick (Salvo Russo), hanno messo in piedi lucrosi business ma del tutto illegali. Per Giovanni, costretto anche a riprendere in mano le armi per difendere la patria, non è facile accettare la scelta dei familiari: nei suoi occhi sono ancora troppo vivide le immagini della guerra che lo ha visto protagonista in prima linea per non contestare l’operato della consorte e del figlio. E così, insieme anche al nobile gesto del ragioniere Riccardo (Mimmo Zappalà), riesce con grande umanità a fare ricredere i due, riportandoli sulla retta via. La maestria di De Filippo riesce davvero a coinvolgere lo spettatore, rendendolo partecipe del “buio” che in alcune epoche soffoca il genere umano, regalando però  un barlume di ottimismo agli uomini di ogni epoca e latitudine: già, “Ha da passà ‘a nuttata”, come recita una delle frasi più note della pièce. Cast completato da Martina Zappalà (nei panni di Rosaria), Marzia Reina (Teresa), Rosalba Ruggieri (Carmela), Roberto De Marzi (Federico), Seby Barbagallo (Pasqualino), Aldo Seminara (il brigadiere Ciappa), Giorgia Greco (Anna), Francesco Macaluso (il medico).

 

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