Milazzo (Me): Baratta arrestato il giorno del suo compleanno

E’ finita dopo otto mesi e il giorno del suo compleanno  la latitanza di Giuseppe Saverio Baratta, tradito dalla ricorrenza e scoperto dall’occhio vigile dei carabinieri sul lungomare di Vaccarella a Milazzo, nel messinese, dove i militari hanno fatto irruzione in una abitazione.

Giuseppe Saverio Baratta, 41 anni, originario di Termini Imerese, da sempre residente a Brolo, pluripregiudicato, era ricercato perché era stato condannato nell’ambito del processo scaturito dalla operazione antimafia Icaro-Romanza ed era stato condannato a 3 anni e 8 giorni di reclusione per associazione di tipo mafioso.

La condanna definitiva è stata emessa il 2 luglio del 2014. Nello stesso giorno Baratta, elemento di spicco nel clan dei tortoriciani dei Bontempo Scavo si era dato alla fuga. Era lui il capo della criminalità organizzata brolese della metà degli anni Novanta e aveva assunto il ruolo di capo di un gruppo locale di giovani dedito allo spaccio di droga ed estorsioni.

Aveva anche avuto il beneplacito dei fratelli Mignacca che all’inizio del 1996 hanno incontrato a Montalbano Elicona un rappresentante di Baratta che si trovava ai domiciliari per altri reati, per accordare una suddivisione al 50% dei proventi delle attività di spaccio ed estorsione nel territorio di Brolo, sotto la guida di Lenzo. Gli investigatori ritenevano, a ragione, che Baratta fosse rimasto sempre in zona contando sull’appoggio dei propri familiari. Sono stati i movimenti dei familiari nel giorno del compleanno di Baratta che hanno consentito di individuare il suo nascondiglio.

SONY DSCDopo una giornata di pedinamenti sono giunti ad un’abitazione in una via interna in zona Vaccarella di Milazzo dove si erano riuniti i parenti più stretti di Baratta.

I militari hanno fatto irruzione circondando l’abitazione e Baratta ha cercato di fuggire dall’uscita posteriore e poi correndo sui tetti delle abitazioni adiacenti per poi essere avvistato dai militari che avevano cinturato la zona. Baratta si è poi rifugiato in un rudere dove è stato scoperto dai carabinieri che lo hanno arrestato e condotto nel carcere di Messina Gazzi.

Maria Chiara Ferraù

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