Acquedolci (Me): “venite subito, mi sta ammazzando”

Venite subito, mi sta ammazzando”. Questo l’accorato appello di una donna di ACquedolci, centro tirrenico in provincia di Messina, che ha telefonato ai carabinieri per fare arrestare la figlia di 29 anni, disoccupata.

La situazione per la vittima si era fatta insostenibile. La figlia continuava a minacciarla, picchiarla da un paio di anni. Ieri la donna non ce l’ha fatta più e si è presentata a mezzogiorno di ieri per denunciare lo stato di sopruso cui era piombata a causa delle condotte della figlia. Quasi ogni giorno la figlia maltrattava la madre e anche il padre, entrambi anziani e malati, ponendo in essere veri e propri atti di sopraffazione e di vessazione sia fisica che psichica che sfociavano anche in minacce di morti, insulti e lesioni.

La donna voleva ogni giorno somme di denaro che si aggiravano intorno ai 50 euro. Se non le veniva dato il denaro richiesto iniziava ad offendere i propri genitori, in particolare la madre, usando parolacce davvero pesanti e minacciando di morte i genitori. Immediatamente sono state avviate le indagini da parte dei carabinieri per comprendere se la storia raccontata fosse vera. Un’attività seguita personalmente dal comandante Salvatore Porracciolo che ha lasciato il suo recapito diretto sia alla donna che ai vicini in modo tale da garantire un immediato intervento che si rivelasse capace di essere operativo sul teatro del crimine.

La scelta si è rivelata decisiva. Al cellulare del comandante è arrivata una voce femminile che urlava: “Aiutatemi, venite subito perché mi sta ammazzando”. La conversazione è stata bruscamente interrotta. I carabinieri si sono recati immediatamente nell’abitazione della vittima dove si udivano grida di aiuto dall’anziana, coperte da altrettanto forti grida da parte della figlia. Davanti ai militari si è svolta anche la scena della madre e del marito, protetti dall’ennesima aggressione dalla sorella del’arrestata che faceva scudo ai genitori con il proprio corpo. L’intervento dei carabinieri ha posto fine a quella pericolosa convivenza e riusciva ad evitare le più gravi conseguenze rispetto ai cinque giorni di prognosi per le lesioni riportate dall’anziana.

La ventinovenne è stata trattenuta nelle camere di sicurezza della caserma di Santo Stefano di Camastra per essere giudicata con rito direttissimo. Il gip ha convalidato l’arrestato e ne ha disposto il trasferimento al carcere di Messina Gazzi.

Maria Chiara Ferraù

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