Catania: pericoloso pregiudicato fermato dalla polizia

Agenti della polizia di Stato di Catania hanno arrestato il pregiudicato Filadelfo Pappalardo, 42 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari per reati in materia di armi. Gli agenti hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura di Catania.

L’uomo è indiziato di tentato omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di arma clandestina e ricettazione.

Il fermo arriva al termine delle indagini condotte dagli agenti della squadra mobile catanese sul tentato omicidio di Francesco Pistone, già condannato per associazione mafiosa quale appartenente al clan Laudani, commesso lo scorso 15 gennaio. Gli investigatori hanno acquisito concordanti e univoci elementi di colpevolezza nei confronti di Pappalardo tali da consentire il decreto restrittivo.

I fatti si sono verificati la settimana scorsa a San Giovanni La Punta. Pappalardo, benché affetto da grave patologia che lo costringe sulla sedia a rotelle, deteneva delle armi. Da qui l’atto di polizia giudiziaria. Nel corso di una perquisizione domiciliare gli agenti non hanno trovato le armi. Invece, in due sacchi per la raccolta dei rifiuti posti all’interno dell’abitazione, sono stati trovati indumenti impregnati di un forte odore di alcool. Nei sacchi c’era una sciarpa nera tagliata in varie parti, un paio di jeans tagliati e un cappellino nero con una scritta bianca, anche questo tagliato.

Inoltre, nello smartphone di Pappalardo era memorizzata una fotografia inviata ad un profilo whatsapp il pomeriggio del 15 gennaio che lo vedeva indossare un giubbotto sportivo di color azzurro chiaro, con la parte superiore più scura, compatibile, secondo le prime ricostruzioni dei fatti, con quello indossato dall’ignoto autore della gambizzazione. Pappalardo non ha saputo fornire spiegazioni plausibili sul posto dove poteva trovarsi al momento della sparatoria. Tutti gli indumenti trovati nella casa del pregiudicato erano compatibili con quelli utilizzati dall’ignoto killer che intorno alle 19.30 del 15 gennaio aveva esploso dei colpi d’arma da fuoco contro Franco Pistone.

Inoltre, la casa di Pappalardo non è molto distante dal luogo teatro del fatto di sangue. Per questo i poliziotti hanno visionato le riprese di un impianto di video sorveglianza collocato nella strada dove si trova l’abitazione del pregiudicato. Dalle immagini registrate si notava un individuo snello che percorreva la via in direzione di viale della Regione per poi ritornare, pochi minuti più tardi e con fare meno spedito, in direzione dell’abitazione di Pappalardo. L’individuo indossava vestiti compatibili con quelli indossati da Pappalardo all’atto della perquisizione.

Pappalardo ha confessato il tentato omicidio, specificando che all’origine del gesto vi erano ragioni di carattere personale legate alla sua relazione con una donna.

Pappalardo, deciso a commettere il delitto, per superare il suo handicap fisico aveva assunto un ingente quantitativo di morfina che gli ha consentito di camminare per recarsi, con un’arma che deteneva illegalmente in casa, dove sapeva si trovava la vittima designata.

L’arma da fuoco è stata recuperata e sequestrata dai poliziotti. Dopo le formalità di rito per Pappalardo si sono aperti i cancelli del carcere di piazza Lanza a Catania.

Maria Chiara Ferraù

 

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