Caltanissetta: anziano raggirato con la promessa di un incontro galante

Quattro persone, di cui due pregiudicati nisseni di 46 e 38 anni, zio e nipote e due donne incensurate di 61 e 32 anni, in concorso tra loro, avevano messo in piedi una truffa ai danni di un anziano aggirato con la promessa di un incontro galante.

La polizia ha denunciato le quattro persone. Lo scorso ottobre, per lo stesso reato, era già stato denunciato anche il nipote dell’anziano, ritenuto il basista del raggiro. La squadra mobile nissena ha fatto luce su un particolare furto commesso nel pomeriggio del 20 settembre scorso, in danno di un anziano, che dopo aver perso la moglie, affranto dalla solitudine, si era messo alla ricerca di una compagna di vita con la quale condividere il resto dei propri giorni.

Una notizia che non è sfuggita ai malintenzionati che hanno deciso di sfruttarla maldestramente, circuendo l’anziano al fine di derubarlo dei risparmi di una vita. Il primo giorno del furto, la vittima è stata avvicinata da due uomini che gli proponevano di presentargli una donna che, se a lui gradita, sarebbe diventata la sua compagna.

Gli stessi delinquenti, per circuire meglio l’anziano e conquistarsi la sua fiducia, gli dicevano che lo conoscevano da tempo poiché figli di suoi amici morti. Gli raccontavano particolari della sua vita che apprendevano dal nipote della vittima già denunciato. L’anziano, allettato dalla proposta aveva accettato l’incontro e il pomeriggio successivo i due uomini, in compagnia di altre due donne, tra cui la proponendo compagna di circa sessant’anni, andavano dall’anziano che li accoglieva con gioia. Una gioia durata poco perché, mentre la donna ammaliava l’anziano portandolo in camera da letto, stordendolo con coccole e carezze, la donna più giovane diceva di voler rimanere in cucina per preparare il caffè. I due uomini dicevano di dover andare in bagno, chiaramente per impossessarsi della grossa somma di denaro.

Le informazioni del nipote basista erano perfette ed infatti i ladri rubavano, da un armadio, la somma di cinquemila euro che la vittima  custodiva in una cassetta di sicurezza. I ladri infatti operavano solo sullo sportello dell’armadio all’interno del quale erano custoditi i soldi, tralasciando gli altri nove sportelli che nemmeno toccavano, e tale frangente era solo a conoscenza del basista, il quale in passato  era solito frequentare quella casa, ove la defunta zia gli dava spesso dei soldi prelevandoli da quel posto.
L’anziano, oggetto di attenzioni di una delle donne, non si accorgeva di nulla. Acquisito il bottino il quartetto si dileguava velocemente e l’anziano realizzava di essere stato truffato e derubato dei suoi risparmi.
Il nipote sospettato, che era stato visto uscire dal bar il giorno prima del furto insieme ai due uomini oggi indagati, era convocato dalla Squadra Mobile e, a seguito delle sue dichiarazioni, dalle quali emergevano pieni indizi di reità, veniva indagato per furto aggravato in concorso con altri in danno dello zio. Nei mesi successivi l’attività info-investigativa permetteva ai poliziotti dell’Antirapina di individuare gli altri quattro soggetti che venivano riconosciuti senza alcuna ombra di dubbio dalla vittima, come i responsabili del grave fatto criminoso commesso ai suoi danni.
Maria Chiara Ferraù

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