Milazzo (Me): scoperto “lager” per due sorelle novantenni

Una storia di degrado e violenza. Vittime due sorelle ultranovantenni che vivevano segregate in una casa lager. È successo a Milazzo, nel messinese, dove i carabinieri hanno sottoposto un 68enne alla misura cautelare personale del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese.

Da diversi mesi i carabinieri stavano investigando su un appartamento nel pieno centro di Milazzo dove si temevano venissero consumate delle orribili violenze ai danni di due anziane. Le indagini, durate diversi mesi, hanno fatto emergere una sconcertante verità. Nell’appartamento vivevano segregate in condizioni disumane due sorelle non autosufficienti e gravemente malate, una di 91 e l’altra di 97 anni.

Il loro “carceriere” era un uomo di 68 anni di Milazzo, incensurato, legato alle vittime da un vincolo di parentela. L’indagato viveva in un’altra casa, ma ogni giorno si recava nell’appartamento alle 08.00, alle 11.00 e alle 18.00. ogni volta, quando andava via, chiudeva le due donne a chiave dentro casa, impedendo a chiunque di fare loro visita. Era stato praticamente messo in atto un sequestro di persona.

L’indagato era cattivo nei confronti delle anziane parenti. In particolare, quando provvedeva alla loro igiene e all’alimentazione, si accaniva su di loro con inspiegabile violenza urlando, minacciando le due vittime di morte, percuotendole con schiaffi e umiliandole ripetutamente. Strazianti le richieste di aiuto e le urla di dolore delle due vittime che, nonostante la chiara inabilità, piangevano e imploravano affinché quelle violenze terminassero.

Le indagini, complesse e accurate, hanno permesso ieri ai carabinieri di fare irruzione nell’appartamento, mentre l’indagato si trovava all’interno e su disposizione dell’Autorità giudiziaria lo hanno sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. Insieme ai carabinieri sono intervenuti i medici del 118 che hanno soccorso le due anziane, accertando che, nonostante il pessimo stato di salute, le vittime non sono in pericolo di vita.

Continuano gli accertamenti da parte dei militari dell’Arma per ricostruire in modo ancora più accurato le dinamiche della tremenda segregazione. Resta forte il sospetto che a seguito della condotta violenta, l’uomo possa aver causato la frattura di un braccio ad una delle due anziane sorelle. È stato messo fine ad un incubo durato mesi per le donne che ora sono state affidate alle cure dei sanitari e all’assistenza dei servizi sociali.

Maria Chiara Ferraù

 

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