Tortorici (Me): truffa agricola, Armeli ammette qualche irregolarità

Si sono conclusi questa mattina gli interrogatori delle cinque persone coinvolte nell’inchiesta di finanza e carabinieri sulle truffe agricole scoperte a Tortorici, centro nebroideo in provincia di Messina.

Ieri le principali novità davanti al giudice per le indagini preliminari, Ines Rigoli. Sono comparsi davanti al gip il veterinario Sebastiano Armeli, consigliere comunale di Tortorici di opposizione e la cognata Antonia Strangio, amministratore del centro di assistenza agricola attorno a cui ruota la truffa, entrambi ai domiciliari.

Sentita anche la moglie di Armeli, l’avvocato Maria Natalina Strangio, raggiunta da obbligo di dimora. La donna ha affermato di non essere a conoscenza dei reati contestategli.

Sebastiano ARmeli, invece, alla presenza del proprio legale Carmelo Occhiuto, ha ammesso di aver commesso alcune irregolarità ma affermando che gli altri indagati non erano coinvolti.

Ascoltati questa mattina Giuseppe Armeli, fratello di Sebastiano e l’ex segretaria Mariella Marino Gammazza. Gli avvocati stanno valutando le istanze da presentare per i propri assistiti.

Dagli atti emergono anche decine di telefonate intercettate dagli investigatori da parte di funzionari di aziende foreste, patronati e centri di assistenza agricola, per segnalare alcuni “errori materiali” come l’iscrizione di terreni di altri proprietari nelle domande presentate dal patronato oricense per accedere ai contributi dell’Agea.

Inoltre, in un’intercettazione del 19 dicembre 2011 si comprende come Armeli fosse a conoscenza della denuncia presentata dal sindaco Carmelo Rizzo Nervo (sospeso da una settimana) in merito all’esistenza di domande di contributi presentate per alcuni terreni di proprietà comunale.

Sotto sequestro preventivo, lo ricordiamo, al termine dell’operazione “Terreni in comune” sono finiti beni mobili e immobili per un totale di circa 660 mila euro di valore. Sigilli a conti correnti bancari intestati agli indagati presso l’Unicredit di Tortorici; il monte dei paschi di Siena del centro nebroideo; la banca Carime, filiale di Bianco (Rg) del gruppo Ubi Banca e Poste italiane spa filiale di Tortorici. Sigilli anche ad un immobile sulla via Consolare Antica a Capo d’Orlando (valore di 73.670 euro) di proprietà di Sebastiano Armeli; alla sede del Caa Unsic in via Garibaldi a TOrtorici che ospitava anche lo studio legale della moglie di Armeli, in comproprietà tra le sorelle Strangio (moglie e cognata del consigliere oricense). Sotto sequestro anche quattro automobili: una Mercedes e una Toyota intestate a Sebastiano Armeli; una Bmw di Maria Natalina Strangio e una Fiat Punto intestata ad Antonia Strangio.

Maria Chiara Ferraù

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