Trapani: mafia, blitz dei Ros. 16 arresti

E’ stato catturato questa mattina anche l’ultimo ambasciatore di Matteo Messina Denaro, il super latitante siciliano. Insieme a lui questa mattina i militari del Ros e i colleghi del comando provinciale di Trapani hanno arrestato 16 persone su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo. I reati contestati sono: associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina pluriaggravata, sequestro di persona e altro.

Nel corso della maxi operazione antimafia è stato arrestato a Palermo il 37enne Girolamo Bellomo, detto Luca, l’ultimo ambasciatore del superboss latitante Messina Denaro. Quindici persone in manette a Castelvetrano, con l’accusa di essere i gregari di Bellomo. Il clan aveva pianificato diverse rapine per finanziare la latitanza del boss trapanese.

Matteo Messina Denaro, l’uomo delle stragi, da vent’anni sembra imprendibile. I carabinieri del Ros questa notte hanno circondato una palazzina di via Benedetto Marcello, il centro del capoluogo siciliano. Di fronte abitano due magistrati sotto scorta. Ma l’obiettivo dei carabinieri è un altro dei fedelissimi della primula rossa: Girolamo Bellomo, il marito di Lorenza Guttadauro, la nipote del boss latitante. Lei fa l’avvocato penalista, lui è un giovane uomo d’affari che viaggia in tutto il mondo per affari. Non si capisce di che affari si tratti. Bellomo parlava poco al telefono e quando stava lontano dall’Italia aveva addirittura il cellulare spento. Negli ultimi tempi si era fatto sempre più accorto. Adesso è accusato dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Maurizio Agnello e Carlo Marzella, di essere l’ultimo ambasciatore dello zio, Matteo Messina Denaro.

Alle cinque del mattino per lui è finita la libertà e sono scattate le manette. Nella sua abitazione i carabinieri hanno sequestrato appunti, agende, personal computer, telefonini. La speranza è trovare una traccia che possa portare all’arresto del superlatitante, il boss condannato all’ergastolo per le stragi del 1993 di Roma, Milano e Firenze.

Contemporaneamente all’alba di oggi altri carabinieri del Ros e del reparto operativo di Trapani hanno fatto irruzione a Castelvetrano, nella tana del lupo arrestando 15 persone, accusate di essere state alle dipendenze di Bellomo per pianificare e organizzare una maxi rapina nel deposito di un corriere di Campobello di Mazara, un tempo proprietà dei mafiosi palermitani di Brancaccio e oggi sotto amministrazione giudiziaria. Il bottino, 100 mila euro, sarebbe servito a finanziare parzialmente la latitanza di Matteo Messina Denaro.

È difficile ancora individuare Matteo Messina Denaro. L’obiettivo di Teresa Principato è fare terra bruciata attorno al boss arrestando i suoi più stretti familiari. Sei mesi fa le manette erano scattate ai polsi della sorella Anna Patrizia e del nipote prediletto Francesco Guttadauro, cognato di Bellomo. Erano loro ad occuparsi delle comunicazioni con il latitante. Ora l’obiettivo è tagliare anche i canali di finanziamento al padrino.

GLI ARRESTATi

Oggi sono finiti in carcere, su disposizione del gip Nicola Aiello: Bellomo, Ruggero Battaglia, Rosario e Leonardo Cacioppo, Giuseppe Fontana, Calogero Giambalvo, Salvatore Marsiglia, Fabrizio Messina Denaro, Luciano Pasini, Vito Tummarello, Salvatore Vitale, Gaetano Corrao, Ciro Carrello, Giuseppe Nicolaci, Valerio Tranchida e Salvatore Circello.

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