Brolo (Me): lo spot con Valeriona arriva in tribunale

Rischia di finire in tribunale la vicenda legata alla realizzazione di uno spot per valorizzare Brolo, realizzato tre anni fa dal regista Francesco Lama. Il cortometraggio, prodotto dalla Nucciarte in collaborazione con il club Amici di Salvatore Quasimodo, era stato commissionato dall’amministrazione guidata allora dal sindaco Salvo Messina, ma non è stato mai mandato in onda perché non sarebbero stati rispettati gli accordi contrattuali. Il borgo medievale del centro tirrenico si era trasformato in un set cinematografico.

Lo spot, che ha visto la partecipazione della finalista a miss mondo 2011 Tania Bambaci e quella della soubrette Valeria Marini, protagonista del cortometraggio, è stato realizzato e consegnato nei tempi pattuiti con l’amministrazione comunale, ma poi non se ne è saputo nulla. Adesso diversi esercizi commerciali che avevano sponsorizzato la vicenda, hanno citato davanti al giudice di pace Francesco Lama, accusato di non aver realizzato lo spot. Per questo motivo il regista, al museo della medicina di Naso, ha deciso di presentare alla stampa le due versioni dello spot, compreso un back stage dei lavori.

“Ho deciso pertanto di presentare lo spot in oggetto solo adesso –  dichiara il regista Lama – dopo  un lungo silenzio, anche se sono ancora in essere dei contenziosi tra le parti ancora non definiti, per non essere strumento di dibattiti politici e non, visto che in questo periodo di lunga attesa si sono svolte diverse campagne elettorali, e per non essere inserito come uno dei mal capitati nella triste situazione dei noti fatti successi a Brolo.  E’ stato inoltre presentato per rispetto del lavoro svolto dai vari professionisti che ci hanno lavorato, per tutti quelli che hanno creduto nel progetto ed anche per quelle persone che non hanno creduto e non hanno avuto fiducia. E infine, e non per ultimo, il mio personale rammarico per tutte queste spiacevoli vicende lontane dal mio modo di essere, lontane dal mio modo di pensare, perché forse, l’animo di noi artisti sognatori che “Mangiamo di Cultura” è lontano da questo tipo di modus operandi, ma fissiamo in un fotogramma la realtà che ci circonda, magari profumandola di poesia!  Pertanto per i contenziosi ancora in essere ho piena fiducia nella magistratura senza proferir parola o pensiero, ma dopo aver subito danni che vanno dalla maggiore esposizione finanziaria, a perdita di chance e danni all’immagine, mi riservo di adire ancora alle vie legali per la salvaguardia della mia immagine e del mio lavoro, messi in discussione per un lavoro da me regolarmente svolto, contro chi naturalmente ha delle responsabilità in questa triste vicenda, anche a persone a me vicine che per pochi denari hanno preferito cavalcare l’onda del massacro mediatico”.

Maria Chiara Ferraù

 

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