Tortorici (Me): li commissario Romano interviene sull’istituto tecnico

La vicenda dell’istituto tecnico ITE Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sezione staccata dell’Itet di Sant’Agata di Militello, ritorna alla cronaca. La settimana scorsa il consiglio comunale di Tortorici, centro in provincia di Messina, convocato dal presidente Nunzio Reale in seduta straordinaria e urgente, aveva discusso sul mantenimento dell’istituto nel centro nebroideo.

Dure parole erano volate in aula fra maggioranza e opposizione. Ma non erano stati risparmiati colpi nemmeno contro la Provincia, attualmente guidata dal commissario Filippo Romano che, secondo il primo cittadino oricense, Carmelo Rizzo Nervo, “ha le intenzioni di chiudere la scuola che è prima di tutto un presidio di legalità ed è un importante centro di sviluppo del territorio dell’hinterland nebroideo”.

Arriva dura la risposta del commissario Romano alle parole del sindaco e punta l’attenzione sul risparmio che l’Ente Provincia deve fare. “Noi abbiamo tre milioni di euro all’anno di locazioni scolastiche – ha dichiarato Romano – e dobbiamo trovare un modo per risparmiare. Per questo dobbiamo trovare edifici pubblici dove ospitare le scuole o accorpare gli istituti. Dobbiamo interrogarci e vedere se ci sono degli sprechi e tagliarli”. Per Romano l’affitto che la Provincia dal 1990 paga ad un privato di Tortorici rappresenta uno di questi tanti sprechi compiuti negli anni. “Tortorici – ha detto il commissario della Provincia di Messina – è l’esempio più scandaloso. Si spendono 86 mila euro all’anno per 1.000 mq di scuola che ospitano soltanto tre classi. Per il numero di alunni che frequentano l’istituto di Tortorici basterebbero circa 300 metri quadrati di superficie e per il mercato che c’è a Tortorici costerebbero all’incirca 5.000 euro all’anno”. Romano non si spiega poi l’opposizione del sindaco a trasferire gli studenti in altre sedi che non siano quelle di via Garibaldi. “Pur essendoci la disponibilità in loco di altre sedi, gratuite, abbiamo l’opposizione del sindaco – spiega – che ci ha anche messo per iscritto che il mantenimento dell’istituto e di quella locazione è un aiuto all’economia del paese e questa logica non ci può assolutamente trovare d’accordo”.

 Maria Chiara Ferraù

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