Un’arte d’esportazione: le collezioni della Fondazione Targa Florio in trasferta

Nell’ambito degli incontri culturali  organizzati ciclicamente dal Dipartimento Arti Visive e Spettacolo di Roma il prof. Antonio Marasco è intervenuto sul prefuturismo e la Targa Florio a ribadire l’inesauribile connubio che lega l’imprenditorialità palermitana ed il mondo dell’arte.

Da oltre cent’anni infatti la Targa Florio è una delle più apprezzate gare automobilistiche italiane, voluta e organizzata dal ricchissimo imprenditore palermitano Vincenzo Florio, e la Fondazione, che ne porta il nome, oltre ad impegnarsi nell’ambito della promozione dell’automotive di prestigio attraverso importanti eventi di motorismo storico e moderno, purtroppo non sempre debitamente sostenuti dall’amministrazione pubblica siciliana, si fa anche sostenitrice di significative esperienze culturali, avendo saputo, prima fra tutte, reinventare attraverso l’animo propositivo dello stesso Florio le regole del marketing strategico, cui egli chiamò a partecipare artisti e designer di moda per dar vita ad una serie di eventi collaterali all’impresa propriamente finanziaria, quali kermesse e spettacoli di vario genere, che attraverso il coinvolgimento di un ampio pubblico indifferenziato sapessero imporre l’immagine e il prestigio della sua attività.

Una strategia pubblicitaria, oggi comunemente adottata dalle grandi case automobilistiche internazionali, compresa ad esempio la nipponica Honda, sostenitrice delle esperienze artistiche di Shawn Lisiack, che dopo aver artisticamente ricreato una Civic del 1992 per iniziativa personale è stato quindi chiamato dal brand quindi a conferire una nota di carattere alla carrozzeria re-styled della Honda Jazz 2014 (modelli e versioni visibili e acquistabili qui), ma che all’epoca fu davvero rivoluzionaria e che dotò la Fondazione degli straordinari dipinti di Anastasi, Bradley, Laurent e Wagher.  Opere di autentico prestigio, che vengono periodicamente richieste per l’esposizione dalla più importanti istituzioni museali internazionali, come lo scorso anno dal museo di Helsinki per la mostra sul Futurismo, e che all’appuntamento romano hanno saputo incantare una qualificata platea di invitati, ammaggliati dalle targhe realizzate da Duilio Cambelotti nel 1908 e da Henry Dropsy intorno alla metà degli anni Venti del secolo scorso, nonché dalle illustrazioni di Terzi, Dudovich, Nanni e Toquoy relativi alla competizione Targa Florio per la rivista Rapiditas.

 

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